Nessun permesso di soggiorno agli stranieri con reddito basso. L’ordinanza emessa dalla cittadina olandese di Vaals si applica anche ai cittadini Ue non olandesi. E la cosa ha allarmato subito Bruxelles visto che il provvedimento è in aria di violazione della direttiva di libera circolazione dei cittadini comunitari all’interno dell’Unione europea.

La cittadina di Vaals, con soli 10mila abitanti e situata nel sud est dell’Olanda vicino al confine con Germania e Belgio, si trova, come fa notare il The Irish Times, a soli 23 chilometri da Maastricht, dove nel febbraio 1992 fu firmato l’omonimo trattato e che istituì la moneta unica e furono gettate le basi all’allargamento ad Est dell’Ue. Ed è proprio a Est che guarda l’ordinanza in questione, ovvero alle migliaia di polacchi, rumeni e bulgari che ogni anno varcano il confine olandese in cerca di lavoro. Un confine che il governo olandese sta facendo di tutto per chiudere, già a partire dallo scorso maggio, quando presentò agli altri Paesi Ue una proposta di “nuova politica immigratoria per un’Europa più forte, sicura e prospera”.

Dal 2004, anno dell’ingresso in Ue di ben 10 nuovi Paesi, circa 165mila persone dal centro ed est Europa sono immigrati in Olanda in cerca di lavoro, “mentre oltre un milione di olandesi sotto i 65 anni sono restati senza lavoro e in fondo alle liste dell’assistenza sociale”, aveva tuonato il ministro degli affari sociali Henk Kamp. “Un milione di cosiddetti disabili” in un Paese di 16,6 milioni di abitanti, “metà dei quali potrebbe lavorare benissimo”, aveva detto Kamp. “Non vedo perché dobbiamo far entrare queste persone. Prima aiutiamo gli olandesi a trovare a un lavoro, poi guardiamo ai cittadini Ue e solo alla fine agli extracomunitari”.

Il problema è che bulgari e rumeni sembrano essere equiparati ai non europei, così come i polacchi, una delle comunità più numerose in Olanda. Inevitabile l’imbarazzo diplomatico con il governo di Varsavia, che proprio dall’1 luglio ha assunto la presidenza di turno dell’Ue. E proprio Bruxelles sta verificando che l’ordinanza di Vaals non violi il diritto comunitario. La clausola degli “adeguati mezzi economici” per ricevere il permesso di residenza, ricorda molto la scusa usata dalla Francia per rispedire in Romania qualche centinaio di Rom lo scorso settembre. In quel caso l’intervento di Bruxelles era stato netto e risolutivo, costringendo Parigi ad una veloce quanto goffa ritrattazione della normativa rimpatri.

Ma cercare di chiudere le frontiere in Europa di questi tempi non è più una novità. L’ultima in ordine di tempo è stata la Danimarca, che a maggio ha cercato di reintrodurre i controlli alle frontiere con Germania e Svezia “per frenare il flusso di immigrati irregolari e l’aumento della criminalità organizzata”. Il governo danese di centrodestra guidato da Lars Lokke Rasmussen ha raggiunto un accordo politico con gli alleati del Partito popolare danese (Df), una formazione di estrema destra che garantisce all’esecutivo un appoggio esterno. Anche in questo caso l’intervento di Bruxelles è stato risolutivo per spingere Copenaghen a fare un passo indietro.

Adesso è la volta dell’Olanda partire all’attacco di Schengen, partendo proprio da Vaals, piccola cittadina della regione di Limburg, dove il partito di destra di Geert Wilders (PVV) ha raggiunto quasi il 27% alle elezioni nazionali del 2010. D’altronde nella regione è stato facile raccogliere il malcontento, visto che si tratta di una vecchia zona mineraria oggi economicamente in declino e con l’indice di disoccupazione più alto del paese e tra i peggiori della zona euro.

A chiarire bene la posizione del partito di Wilders ci ha pensato l’eurodeputato Barry Madlener alla sessione plenaria del Parlamento europeo di luglio: “Non vogliamo i disoccupati polacchi, i mendicanti rumeni, gli immigrati dal nord Africa e i turchi in Europa”. Meno male che il presidente della Commissione europea Manuel José Barroso aveva da poco detto che “la libera circolazione è per l’Europa quello che le fondamenta sono per un edificio: se si toglie questo rischia di crollare tutto”.

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