Per ospitare i manager dell'evento ( ore 14 diretta su Rai1) abbiano firmato assegni per circa 6 milioni di euro: tre milioni finiranno nelle casse dell’Inter e tre in quelle del Milan
La Cina chiama, l’Italia risponde. E spedisce Inter e Milan a Pechino a giocarsi la Supercoppa italiana (in programma domani alle ore 14, diretta Raiuno), il trofeo che apre la stagione del pallone di casa nostra e che vale moltissimo anche e soprattutto per ragioni di portafogli. I manager dagli occhi a mandorla hanno infatti promesso denaro a fiumi pur di avere uno spettacolo degno delle migliori platee del calcio internazionale. Pare che per ospitare l’evento abbiano firmato assegni per circa 6 milioni di euro: tre milioni finiranno nelle casse dell’Inter e tre in quelle del Milan, come ringraziamento per il viaggio e la copertura dei diritti tv. Ma poi c’è il resto, che va segnato sotto la voce marketing. Le due squadre milanesi possono contare su un pubblico di centinaia di milioni di affezionatissimi sostenitori a Pechino e dintorni. E la quantità produce entrate da mettere in difficoltà gli amministratori delle due società. Che tra magliette, viaggi organizzati, tazzine e tatuaggi con le stimmate dei loro idoli hanno fatto sapere ai propri capi che l’esperienza è da ripetere appena possibile.
Altro che tifosi dell’ultima ora, sorridenti, un po’ sgraziati e dal fare improvvisato. Da quelle parti, non si scherza. L’altro giorno, nel corso degli allenamenti dell’Inter, i sorridenti cinesi in maglia neroazzurra hanno sorpreso un connazionale con la casacca del Milan ed è stata subito battaglia. Roba che nemmeno gli hooligans nel loro momento di massimo splendore. Il malcapitato tifoso che ha avuto l’ardire di sfidare la pazienza dei seguaci interisti è stato salvato in extremis dalle forze dell’ordine. La Cina vuole portare a casa il meglio dello spettacolo del calcio europeo e comincia dalla parte sbagliata.
La Supercoppa italiana mette di fronte le due migliori formazioni del campionato 2010-11. Il Milan scenderà in campo con lo scudetto cucito sul petto, strappato proprio ai cugini che hanno dovuto accontentarsi di trovare spazio in bacheca per la settima Coppa Italia. L’ultima volta del Milan in Supercoppa risale al 2004, quando rifilò tre ceffoni ad una Lazio frastornata (tripletta di Shevchenko). Giocava in casa, davanti ad un pubblico festante in maglia rossonera, altra storia. Al contrario, l’Inter non manca l’appuntamento dal 2005. E’ da sette anni che si gioca il trofeo, pure con alterne fortune. A Pechino c’è già stata, nel 2009. Ma non andò bene. Perse 2 a 1 con la Lazio. Allora come oggi, sarà lo stadio nazionale della “capitale del Nord”, (soprannominato “nido d’uccello” per la forma che gli è stata conferita dagli ingegneri che l’hanno progettato) a fare da sfondo al primo grande appuntamento della nuova stagione del calcio made in Italy. L’impianto è esaurito da tempo, non si trovano posti nemmeno con il lanternino. La Cina ama il calcio. E lo dimostra con i numeri.
I due tecnici Allegri e Gasperini non hanno ancora sciolto le riserve circa le formazioni che scenderanno in campo. Il mister del Milan ha soltanto l’imbarazzo della scelta, può contare su tutti gli elementi importanti della rosa (Mexes e Taiwo a parte) e giocherà probabilmente con lo schema che gli è caro, il 4-3-1-2. Largo ai brasiliani Thiago Silva e Robinho reduci dalla sfortunata esperienza in Coppa America. Hanno sulle gambe le fatiche in terra argentina, ma sembrano essere pronti per la gara di domani. In panca, Cassano, Paloschi e Pato possono entrare e fare male in qualsiasi momento con un paio di giocate di alta scuola. E poi in attacco c’è un certo Ibrahimovic, uno che con la palla ai piedi è capace di tutto.
Qualche nuvola in più in casa Inter. Il Gasp, il nuovo direttore dell’orchestra della truppa neroazzurra, sembra avere qualche problemino a sistemare le caselle degli 11 titolari. Fuori per infortunio Nagatomo, con Stankovic a mezzo servizio per una botta rimediata nelle ultime rifiniture, e Maicon, Lucio, Cambiasso e Milito out per le fatiche del torneo sudamericano, non ci sarà molto spazio per improvvisare. Il 3-4-3 che piace all’ex tecnico del Genoa vedrà probabilmente Julio Cesar tra i pali, Ranocchia, Samuel e Chivu sulla linea difensiva, Zanetti, Stankovic, Snejder e Santon sulla mediana a supportare e sopportare le tre punte Pandev, Pazzini ed Eto’o. Mancano alcuni assi, ma la squadra di Moratti può permettersi anche qualche defezione illustre visto il carico di talento del suo spogliatoio.