Nell'inchiesta è indagato Marco Osnato, direttore dell'area gestionale dell'Aler, vice segretario cittadino del Pdl, consigliere comunale e genero di Romano La Russa. Nei giorni scorsi è stato ascoltato un manager, ex Udc, accusato di aver assegnato lavori in cambio di voti
Nuova tappa dell’indagine su top manager dell’Aler, l’istituto di case popolari a Milano, accusati dai pm Maurizio Romanelli e Antonio Sangermano, di corruzione e turbativa d’asta perché avrebbero concesso appalti in cambio o di voti o di mazzette. L’indagato principale è Marco Osnato, direttore dell’area gestionale dell’Aler, vice segretario cittadino del Pdl, consigliere comunale e genero di Romano La Russa, il fratello del ministro, assessore regionale in Lombardia.
Due giorni fa è stato ascoltato Luca Giuseppe Reale Ruffino, ex esponete dell’Udc passato al Pdl, grande elettore di Osnato, molto vicino ai fratelli La Russa. Ruffino, “service manager” dell’Aler, è stato interrogato dal pm Sangermano.
Secondo la procura avrebbe assegnato appalti a società di pulizie, in cambio di voti per Osnato alle ultime amministrative. Come gli altri “service manager” indagati (Antonio Onofrio De Luca e Lucia Bellisono) per favorire le ditte, avrebbe aggirato la legge che impone gare pubbliche se si tratta di lavori che vanno dai 193 mila euro in su. Gli appalti li avrebbe quindi assegnati in modo “frazionato”(per un periodo di 6 mesi o un anno) a cifre inferiori, in modo che potesse scegliere le ditte “privilegiate” con la chiamata diretta. Ruffino ha respinto ogni accusa. In sostanza ha detto di non aver alcun rapporto pregresso con le società coinvolte e che il suo appoggio a Osnato è del tutto trasparente. Per ora è l’unico “service manager” che si è fatto interrogare, gli altri – legittimamente- si sono avvalsi della cosiddetta pausa feriale, prevista fino al 15 settembre.
Il nucleo tributario della Guardia di finanza di Milano (lo stesso delle inchieste su Penati e sul San Raffaele), un paio di settimane fa ha sequestrato documenti in quattro tipografie milanesi per verificare chi abbia pagato 800 manifesti elettorali di Osnato. Gli inquirenti sospettano che sia stato l’imprenditore Daniele Podestà, in cambio di lavori per l’Aler, grazie all’appoggio dell’esponente del Pdl. C’è già “sotto accusa” un piccolo appalto(30 mila euro), è quello per l’adeguamento degli impianti elettrici di alcune case Aler.
Podestà, titolare della T.J.International Edil s.r.l., “si sarebbe prestato a contribuire economicamente insieme a Mario Giuffrida, titolare della società ‘Antica Sicilia’ alla campagna elettorale di Osnato”. Ma gli appalti concessi da “service manager” o funzionari dell’Aler, sotto controllo investigativo sono molti altri. Per questa inchiesta sono indagati anche il direttore generale dell’Ente, Domenico Ippolito, la funzionaria Anna Bubbico, responsabile dell’ufficio di segreteria del presidente, Loris Zaffra ( non indagato), e Irene Comizzoli, responsabile dell’ufficio legale e appalti dell’Aler.