A Istanbul, gli appassionati di pallacanestro non riescono a prendere sonno. Pare che nei giorni scorsi il presidente della squadra della capitale abbia deciso di regalare ai propri tifosi una stella di prima grandezza del firmamento mondiale. Tale Kobe Bryant, uno dei più grandi giocatori di basket della Nba, uno dei più grandi di sempre. Bryant avrebbe deciso di ascoltare la proposta che arriva dalla Turchia perché, diciamo così, al momento non avrebbe niente di meglio da fare. La Nba è ferma da tempo a causa del mancato accordo tra i proprietari delle franchigie e l’associazione dei giocatori. I primi vorrebbero abbassare, e di parecchio, gli stipendi dei protagonisti del campionato più spettacolare del mondo (chiedono sostanzialmente che scendano dal 57 al 40 per cento degli introiti globali incassati dalla Lega). Gli altri, i giocatori, fanno spallucce e propongono un taglio decisamente più contenuto (ballano circa 200 milioni di biglietti verdi). Risultato: Nba in naftalina e campioni che si guardano intorno per capire il da farsi.

La notizia era nell’aria e non ha fatto altro che confermare le voci che si rincorrevano ormai da qualche giorno negli spogliatoi della Nba. La federazione internazionale e i rappresentanti della Lega pro americana hanno aperto le porte che consentiranno ai giocatori di lasciare temporaneamente la Nba per indossare le casacche di altri club in giro per il mondo. Chiuso l’accordo per il contratto collettivo, saranno però costretti a correre in tutta fretta a casa base, perché la Nba non può permettersi di perdere i propri assi. Anche se a dirla tutta, non sono molte le società che potrebbero garantire ai grandi della Nba un contratto da nababbi come quello che sono abituati a ricevere negli Stati Uniti.

Per tornare a Bryant. Il numero uno dei Los Angeles Lakers ha fatto sapere che potrebbe valutare offerte che partano da 1 milione di dollari al mese. Il presidente del Besiktas, capita l’antifona, ne avrebbe proposti 5,5 per sei mesi. Ora tocca al giocatore dire la sua. Lascerebbe la California per dare spettacolo nella città del Bosforo. Per tenersi in allenamento, certo, ma anche per non far mancare il solito fiume di quattrini al suo conto corrente, sempre prossimo all’esondazione.

Bryant non sarebbe certo il primo a cedere alle lusinghe dei club più danarosi di Europa e dintorni. Proprio a Istanbul, sponda Besiktas, incontrerebbe un altro giocatore di tutto rispetto della Nba, Deron Williams, playmaker dei New Jersey Nets. Williams si sarebbe accontentato di 200 mila dollari al mese. Certo, il suo pedigree non è nobile come quello del collega dei Lakers, ma il suo arrivo a Istanbul non è passato sicuramente sotto traccia, anzi.

A far scalpore anche la mezza idea di fare le valigie di altri due grandissimi della pallacanestro made in Usa, vale a dire Carmelo Anthony (New York Knicks) e Chris Paul (New Orleans Hornets), che non hanno escluso la possibilità di passare qualche mese nel campionato cinese. Che non sarà il massimo per due assi come loro, ma che paga bene ed è questo che conta in periodi di magra. Da quelle parti potrebbero invitare a cena l’ex spilungone dei Rockets di Houston, Yao Ming, che ha deciso di ritirarsi qualche giorno fa a causa dei soliti guai fisici che l’hanno accompagnato per lunghi periodi nelle 8 stagioni di Nba. Dagli Usa all’Italia. A causa del lockout, potrebbero tornare temporaneamente nel nostro paese i tre moschettieri del basket italiano che hanno fatto fortuna in Paradiso: Belinelli, Gallinari e Bargnani, impegnati in questi giorni a preparare con la maglia della nazionale l’Europeo che inizierà a fine agosto.

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