La situazione resta incerta. Il governo mantiene la rotta. Sceglie di non fare vacanza e così risponde alla sfiducia dei mercati: anticipo del rientro del bilancio, revisione del welfare e del comparto lavoro, nuove leggi costituzionali, liberalizzazioni. Tutto bene allora? Non la pensa così Pierluigi Bersani che oggi come già fatto ieri lancia sassate: “”Il mondo è nella bufera – dice – e noi siamo sul fronte, e siamo i più esposti. Tutti ci fanno pressioni. Dopo tre anni di favole, eccoci con il cappio al collo”. Ma questa è solo una voce dell’opposizione che resta divisa sul voto anticipato. Se il Pd accelera  l’Udc rimane silente in attesa di verificare se Berlusconi manterrà gli impegni sull’anticipazione della manovra. A metà strada Luca Cordero di Montezemolo per il quale “non bastano” gli annunci di ieri. In un editoriale non firmato pubblicato sul sito dell’associazione, scrive che “saranno le prossime settimane” a “chiarire senza appello” se davvero “il premier c’è”.

Il leader del Pd, invece, non usa mezzi termini. Punta, mira e va dritto al sodo. “Ho capito, dal dibattito in Parlamento e dalla conferenza stampa di ieri – spiega  – che c’e’ l’intenzione di non dare il minimo segno di movimento politico. Purtroppo, ne prendiamo atto ma  è un guaio per l’Italia”. Un guaio che potrebbe essere risolto seguendo un’unica via: un nuovo governo “fatto rapidamente” e “con personalità autorevoli” in grado “di raccoglire il massimo delle forze parlamentari”.

Se così fosse, ma presumibilmente non sarà (visto il niet di Berlusconi), i democratici saranno “pronti a abbassare un po’ le nostre bandiere, a dare una mano”. Diversamente, quanto alle misure che dovessero arrivare dal governo, “misureremo la nostra posizione con l’ascolto alle nostre proposte, sapendo che finché  Berlusconi sta lì, e lo dice il mondo, tutto quello che facciamo rischia di durare al massimo un mese, e poi ci ritroviamo daccapo”. Quindi la sfida a Tremonti: “Noi vogliamo capire due cose essenziali – ha sottolineato Bersani – . La prima è se questo prezzo lo devono pagare solo i ceti medi e a minor reddito o se andiamo a disturbare qualcun altro. La seconda è se in questa manovra si riesce finalmente a inserire qualche riforma per dare un po’ di lavoro e un po’ di crescita. Non pensi Tremonti di poter venire in Parlamento senza rispondere alle nostre domande. Su questo piano faremo le nostre proposte”.

Naturalmente il carico da novanta lo porta Di Pietro che tanto per iniziare definisce il Cavaliere “politicamente incapace d’intendere e di volere”. Motivo: “Non conosce la realtà del Paese”.  Per il leader dell’Italia dei valori “il problema è che alla crisi internazionale si aggiunge la crisi italiana dei mercati dovuta alla scarsa credibilità di questo esecutivo. Noi chiediamo che la settimana prossima il governo chieda immediatamente la riapertura delle Camere non solo per anticipare la manovra, azione sulla quale noi concordiamo, ma per modificarla”

Intervistato da Repubblica, Walter Veltroni rileva che è necessario un “governo di decantazione perché Berlusconi non ce la fa, politicamente e anche emotivamente”. Per l’ex segretario del Pd, a guidare il nuovo esecutivo dovrebbe essere “una personalità, come è accaduto in altri momenti drammatici della nostra storia, capace di garantire un esecutivo che abbia un sostegno parlamentare di quell’ampiezza e sia capace di parlare con competenza e autorevolezza. Penso – dice Veltroni – ai precedenti di Amato e Ciampi”.

Un’altra proposta targata Pd è quella di Dario Franceschini: “Se Pdl e Lega non vogliono arrivare a un governo del presidente, farebbero bene a valutare un nuovo governo di centrodestra senza il Cavaliere”. E’ Fabrizio Cicchitto a rispondere alle osservazioni di Veltroni, sostenendo che “non sta proprio in piedi” la sua ipotesi di una crisi di governo, di “un governo di transizione fatto non si sa bene come e da chi”: E soprattutto, rileva il presidente del gruppo Pdl a Montecitorio, l’ex segretario Pd ha sbagliato i tempi, parlando “in un momento caratterizzato da un autentico tsunami finanziario che coinvolge a tal punto il mondo occidentale che Standard&Poor’s ha abbassato la valutazione degli Stati Uniti”.

Roberto Calderoli conferma l’appoggio del Carroccio: “Non ci sono alternative. Chiunque in questo momento voglia aprire una crisi – dice il ministro leghista – verrà condannato dai cittadini e dalla storia”. Nulla di nuovo fra chi tra le opposizioni preferisce andare comunque al voto. Idv, Sel, Verdi e Prc-Fds, infatti, ribadiscono il no a qualsiasi tipo di governo che non sia legittimato dalla volontà degli elettori.

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