Cinque anni e 88 milioni di euro per cambiare l’immagine di Rimini, per donare alla città un mare sempre balneabile. Questa l’ambiziosa meta che vuole raggiungere l’amministrazione comunale con il piano stralcio operativo, elaborato da Hera, per gli interventi sul sistema fognario. I dettagli sono stati presentati ieri nella terza commissione consiliare dipartimentale.

Il piano come assicura il sindaco Andrea Gnassi è stato steso grazie alla collaborazione della multiutility con i tecnici dell’amministrazione comunale che ne hanno curato e controllato la coerenza tecnica e degli obiettivi con le precedenti deliberazioni del consiglio comunale. “Abbiamo preso un impegno e lo manteniamo” è quanto ha detto il primo cittadino, ricordando che Hera ha rispettato la scadenza dei  40 giorni, per trovare una serie di risposte operative all’emergenza fogne nei prossimi cinque anni.

È toccato a Edolo Minarelli, direttore della Sot di Rimini del gruppo Hera, presentare i dettagli del “piano per la salvaguardia della balneazione (Psb)”. Già dal nome si capisce quali sono le priorità del nuovo piano fognario: salvaguardare l’eccezionalità di Rimini, che ha nel mare la sua più importante risorsa turistica e allinearsi alla direttiva europea 2006/7/CE, recepita dal decreto legislativo 116/2008 e successivo decreto ministeriale del 30/03/2010.

Il piano prevede di risolvere l’80 per cento delle criticità entro il 2016. A tal fine verranno realizzati 10 interventi complessivi che costeranno 131.200.000 euro, di cui 43 già finanziati. Perché nessuna bandierina rossa compaia più nel sito per il monitoraggio della balneazione di Arpa occorrono ancora 88.200.000 euro: 25 milioni per Rimini Nord, 63 milioni per Rimini sud.

Tra gli obiettivi del piano c’è quello di dismettere 8 degli 11 scarichi a mare. Anche per i 3 restanti sfioratori di piena viene confermata la volontà di superare lo scarico di acque miste, come previsto dall’atto d’indirizzo. S’inizierà proprio da questi 3 scarichi con i primi interventi, finalizzati alla riduzione degli episodi di apertura a mare e del volume delle acque scaricate, che saranno altresì migliorate, riducendone il carico organico.

I principali interventi del Psb riguardano il potenziamento del sistema di trattamento e di collettamento dei reflui e la tutela della balneabilità nelle reti non ancora separate, in occasione di eventi di pioggia. Per raggiungere quest’ultimo scopo è stato previsto un intervento che non ha mancato di suscitare tra le associazioni ambientaliste e a palazzo Garampi reazioni critiche: si vorrebbe realizzazione una condotta sottomarina che porti gli scarichi dell’Ausa (davanti a piazzale Kennedy) a 800 metri dalla riva.

Sergio Giordano dell’associazione Basta merda in mare ha commentato: “Mi ha colpito  l’approccio veramente innovativo da parte sia della maggioranza che dell’opposizione, ciononostante nessuno si potrà ritenere soddisfatto fino alla completa separazione della rete fognaria e alla cancellazione definitiva della parola odiosa ‘condotta al largo’. Nel progetto esposto da Hera la  condotta per il fiume Ausa è di vitale importanza. Questo fa sì che restino moltissime perplessità, dal momento che tale soluzione richiama la grave responsabilità delle amministrazioni precedenti, che non hanno saputo risolvere il problema dello sdoppiamento delle reti nel centro storico riminese. Deve essere chiaro a tutti –conclude Giordano- che questa soluzione non potrà mai essere condivisa, se non come un intervento lenitivo e temporaneo per la balneazione e che dovrà essere eliminata con il completamento del sistema”.

Concorde con Giordano è l’ex candidato sindaco pidiellino Gioenzo Renzi: “La condotta? È troppo costosa e non risolve il problema: con la corrente e un po’ di vento a sfavore corriamo il rischio di trovarci in una situazione identica a quella che si verifica oggi”.

Un’ulteriore critica sull’aspetto tecnico del piano è stata avanzata dal consigliere del Pdl Eraldo Giudici che ha sottolineato come non abbia senso “far affluire le acque da Miramare al depuratore di Santa Giustina (13 chilometri di distanza), quando quello di Riccione dista meno di un chilometro”.

Quanto al reperimento delle finanze Savio Galvani, della Fds, si è fatto portavoce di tutti i consiglieri che si sono domandati dove si troveranno gli 88 milioni di euro ancora mancanti e ha chiesto che anche Hera faccia la sua parte: “Chi ha contribuito a creare questa situazione –ha detto- è giusto che si dia da fare”.

Su questo punto Gnassi era stato chiaro già nel discorso d’apertura: “Da settembre si procederà ad una rigorosa valutazione di tutte le fonti di finanziamento possibili, sia di soggetti pubblici terzi, sia di quelle che le attuali leggi di finanza pubblica mettono a disposizione del Comune”.

Ora che un piano operativo c’è, la  speranza dei riminesi può essere riassunta nelle parole di Giordano: “Mi auguro che fra qualche anno Rimini, rispetto ad altre realtà che vivono sul mare, possa essere di esempio per come ha affrontato con onestà il problema della balneabilità delle sue acque e non per come aveva tentato di tenerlo sotto la sabbia fino a oggi”.

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