Ne hanno di coraggio i nostri parlamentari. Sono quelli che guadagnano di più e lavorano di meno tra i loro colleghi europei. Eppure, senza vergogna, si lamentano di non poter andare in vacanza. Frignano. Se non fossero i nostri governanti ne potremo ridere. Invece c’è solo da indignarsi.
Che Nitto Palma, a poche settimane dalla nomina a ministro, riesca a confidare in Transatlantico che insomma lui non pensava di ritrovarsi con un dicastero e comunque ha già pagato un mese in Polinesia, non può rinunciare. Un viaggio che può essere costato al guardasigilli tra i 20 e i 30 mila euro. Minimo. C’è poi Fabrizio Cicchitto, in apprensione per il suo tour in Corea. Anche lui ha già prenotato e pagato tutto. La superberlusconiana Nunzia De Girolamo, invece, si è detta addirittura “furiosa” perché le potrebbe saltare il viaggio coast to coast negli Stati Uniti.
Tanti lamenti e piagnistei. Alla faccia del 75% degli italiani che quest’anno ha rinunciato anche a un semplice fine settimana. Tanti lamenti e piagnistei. Chissà poverini che agosto dovranno passare. Uno se li immagina costretti tra commissioni e sedute fiume per salvare l’Italia. Macché. Il calendario della Camera è fin troppo chiaro: lavoreranno appena un giorno, l’11 agosto. E solo 150 deputati delle due commissioni convocate (affari costituzionali, bilancio e tesoro). Se si presentano, ovviamente, perché non hanno alcun obbligo.
Chi davvero rinuncerà? Lo sapremo solo a settembre. Già oggi non c’è nessuno. L’unico rimasto a Roma è Gianni Letta, che andrà al mare solo a ferragosto. Lusi del Pd è già partito e si trova in Canada. Stefania Prestigiacomo è a Panarea, Ignazio La Russa alle Eolie, Mariastella Gelmini a Maratea, Umberto Bossi in Liguria, Massimo D’Alema sta salpando, Lanzillotta in val Badia, Giulio Tremonti a breve andrà in Cadore, Fazio a Pantelleria. Tutti al mare. Del resto il premier aveva dato il buon esempio. Sabato, mentre il mondo guardava al declassamento del rating del debito americano (che per la prima volta nella storia ha perso la tripla A di Standard & Poor), Silvio Berlusconi ha detto “continueremo a lavorare” mentre saliva sull’aereo che lo avrebbe portato in Sardegna. “Ma già lunedì o martedì sarò a Roma”, ha aggiunto.
E verrebbe da dire, al Cavaliere e ai tanti pronti a partire, di andare pure. Polinesia, Corea, Ovindoli, Nevada, Chianciano, Nebrasca, Oslo. Andate, andate. Per tutto il tempo che volete. E se prima di partire scrivete una letterina con oggetto “dimissioni”, potrete finalmente provare il brivido di una vacanza meritata.