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Gran Bretagna, quattro morti e un ferito grave <br/>Violenze a Manchester e Liverpool

Sono quattro, fino a questo momento, i morti provocati dagli scontri che hanno infiammato in questi giorni diverse città della Gran Bretagna. A Winson Green, Birmingham, tre uomini sono stati uccisi travolti da un’auto in corsa. Un testimone oculare, il falegname Mohammed Shakiel, ha confermato che i tre stavano cercando di difendere i negozi presi di mira e che l’investimento è stato intenzionale. Intervenuti per domare l’incendio di un’auto, afferma il testimone, “hanno spento il fuoco, ma c’erano ancora teppisti per strada che non avevano alcun piano a parte rubare”. A un certo punto sono sfilate davanti a loro altre macchine, i conducenti li hanno insultati, poi uno dei veicoli è tornato indietro e ha puntato sugli uomini sul marciapiede “a una velocità tremenda”, colpendoli e mandandoli in aria. Tutte giovani le vittime: un ragazzo di 21 anni,  un meccanico e il proprietario di un autolavaggio.

A questi si aggiunge un giovane la cui identità non è stata resa nota, si sa solo che aveva 26 anni, trovato gravemente ferito in un’automobile a Croydon e poi morto successivamente. E la rivolta è scaturita da un’altra uccisione, quella di Mark Duggan, 29 anni, padre di quattro figli. Cinque morti, dunque, in quasi una settimana di follia e delirio. E resta in gravi condizioni l’uomo aggredito dai saccheggiatori nel quartiere londinese di Ealing, mentre tentava di spegnere un incendio (qui il video girato sul posto e pubblicato sul Daily Telegraph).

Hackney from Valeria Cardi on Vimeo.

Gli arresti, nella sola Londra, sono arrivati a 1200. A Manchester a 108, decine i fermi in altre città della Gran Bretagna. I negozi saccheggiati, le case incendiate, i feriti e la paura, invece, non si contano più. La notte è passata relativamente tranquilla nella capitale britannica, protetta dagli agenti e di fatto costretta al coprifuoco. Ma le violenze sono esplose in modo virulento in tante altre città del Regno Unito, anche piccole come Leicester, Gloucester, Salford e West Bromwich. Qui, come a Londra, tantissimi gli agenti schierati, per la prima notte con la possibilità di sparare i temutissimi proiettili di gomma.

A Liverpool un gruppo di giovani ha attaccato un commissariato locale, lanciando mattoni e bombe incendiarie. La polizia delle West Midlands, nell’Inghilterra centrale, ha arrestato almeno 80 persone per gli atti di vandalismo di cui ieri sono state protagoniste a Birmingham, West Bromwich e Wolverhampton, stando a quanto riferisce SkyNews. Nelle tre località, sono stati saccheggiati negozi e dati alle fiamme edifici e autovetture. Una stazione di polizia di Nottingham, nella regione delle East Midlands in serata è stata attaccata con bottiglie incendiarie da un groppo di circa 30-40 scalmanati. Le fiamme sono state subito domate e una decina di persone sono finite in manette.

Di certo non è stata una notte caratterizzata dagli incendi come le precedenti. Ma ad andare a fuoco pare essere la coscienza civica dei britannici, un fuoco di normalità e di voglia di una vendetta degli onesti, visti i tantissimi londinesi che sono scesi in strada muniti di ramazza per dei collettivi «clean up» delle strade. Si cerca di tornare alla normalità, nonostante quelli che spesso sono anche i tuoi vicini di casa continuino a saccheggiare, spaccare vetrine, derubare.

Londra non ha le banlieu: i quartieri poveri ci sono, chiaro, ma le politiche sociali dei decenni passati hanno sempre cercato di far integrare, il più possibile, le council house, cioè le case popolari, con le case dei ricchi, dove spesso i macchinoni riposano parcheggiati nei garage. L’Est e il Sud-Est sono comunque le zone a maggior disagio, ma i tumulti di questi giorni hanno interessato anche zone di solito ritenute «in» come Notting Hill, Ealing e Richmond. Dimostrando così una grande capacità di movimento e di organizzazione da parte dei riottosi, che comunicano spesso tramite il sistema di messaggistica dei Blackberry o tramite volantini. Di questi ultimi ne sono stati trovati parecchi che riportano il decalogo di comportamento in caso di arresto. Non dire niente alla polizia, non parlare. Tenere «pulita» casa propria, no droghe e no armi, per non dare pretesti. E, chiaramente, girare mascherati il più possibile.

Molti inglesi ne sono convinti: dietro la rivolta non c’è una vera protesta, ma solo voglia di saccheggi, di depredare, di atterrire la popolazione e di farsi vedere coraggiosi e spavaldi dai coetanei. La polizia ha anche detto che l’età media dei «ragazzacci» è 20 anni. Gente nata più o meno attorno al 1990 che, pensano molti londinesi, è ancora troppo piccola per avere provato veramente le amarezze del lavoro «umile», cioè non altamente qualificato – che qui in UK ha stipendi più bassi e condizioni contrattuali peggiori di tanti altri paesi europei – e della disoccupazione. Ma criminologi, sociologi, esperti di ogni natura lo stanno dicendo, anche se solo dalle televisioni o dai giornali di sinistra: questo è disagio sociale vero e proprio, questo a scendere in piazza mascherato è il «popolo dei benefit», persone che negli anni passati forse stavano meglio, ma che ora hanno sì l’aiuto per l’abitazione, ma che hanno anche solo 200 sterline al mese di assegno sociale, non certo una grande cifra per una città come Londra dove un abbonamento mensile alla metropolitana può costare anche 150 euro al mese. Il dibattito fra gli uni e gli altri – criminalità o disagio sociale? Oppure criminalità nata dal disagio sociale? – rimane acceso. Di certo, ora, c’è il fuoco, la cenere e ci sono le scene di guerriglia urbana

La politica, chiaramente, si interroga. Per domani è atteso il dibattito alla House of Commons. I politici che contano sono tutti tornati dalle vacanze, spesso per andare a parlare con la popolazione, come ha fatto il sindaco di Londra, il conservatore Boris Johnson. Che, comunque, è stato anche contestato verbalmente dai londinesi con la scopa in mano. Spia del fatto che la gente inizia a non poterne più e che forse non si fida più neanche di un sindaco di una città di otto milioni di abitanti censiti. Ora, si attende il pomeriggio – le mattine sono trascorse tranquille in questi ultimi giorni, è nel pomeriggio che gli animi si scaldano – e, soprattutto, si attende la quinta notte dall’inizio del caos totale. I blindati si sono già visti per le strade di Londra. Le macerie sono lì, le vetrine distrutte e i negozi depredati anche, 16milia poliziotti lavorano quasi senza riposo, c’è chi invoca l’esercito, chi il coprifuoco. Insomma, non proprio scene da capitale della finanza, del lusso di Mayfair o del turismo di massa.

di Matteo Impera , video di Valeria Cardi