Fotografia, fumetto e graphic journalism, Mamma! bissa i due anni di vita con il progetto Unforget Chernobyl. Tra vecchi e nuovi esponenti del mondo della satira come Staino, Vincino e Makkox.
I due storyteller, il fumettista Giuliano Cangiano (Kanjano) e Sebastiano Greco, video-maker, sono partiti con telecamera e taccuino per raccontare a ritroso l’Europa radioattiva, con un’unica ambizione: disegnare, riprendere, raccontare. Un mese di viaggio per colmar un gap informativo, durante il quale “tenteremo di ibridare i nostri strumenti, disegneremo una video-reportage, gireremo un carnet di viaggio” come dichiarano prima di mettersi in marcia.
“Giorno dopo giorno stanno componendo un diario, con l’idea di aprire una finestra sull’est direttamente dall’Emilia Romagna” racconta il direttore editoriale Carlo Gubitosa, scrittore e giornalista che assieme a Mauro Biani, direttore artistico e vignettista di Unità prima, poi Liberazione, e ora il Misfatto ha fondato nel 2009 la rivista, ottenendo sei mesi dopo il Premio satira politica di Forte dei Marmi.
Caratteristica della testata giornalistica: unire vecchie glorie della satira fumettistica italiana come Staino, Biani, Vincino, Maramotti, Scalia, Disegni, a nuovi brillanti talenti emergenti, tra cui Makkox (già vignettista del Post), lo stesso Kanjano, Flaviano Armentaro, Maurizio Boscarol. “È un modo per dare spazio ad autori bravissimi ma parcheggiati in attesa di trovare spazio tra la crisi editoriale e la gerontocrazia che ha occupato tutti i posti chiave dell’informazione, farli coesistere con queste le grandi firme della satira, altrettanto desiderosi di respiro e allo stesso tempo sperimentare un nuovo genere giornalistico, che unisca giornalismo, satira e fumetti”, spiega il direttore. Per fare un esempio, tra le novità in uscita una “guida a fumetti” di Marco Pinna sul precariato, con vignetta/prefazione di Altan.
Il progetto Unforget Chernobyl “sarà uno strumento importantissimo di documentazione – spiega – sia dal punto di vista contenutistico, perché dopo il referendum la questione nucleare sembra archiviata mentre il processo per la riconversione è ancora lungo; sia dal punto di vista tecnico: i ragazzi stanno provando ad aprire un grande sipario sull’Europa dell’est con strumento poverissimi ma innovativi”.
Entrambi, fumetto e cinema, sono linguaggi visivi e stanno sempre più convergendo, così come fumetto e fotografia nel graphic journalism – che attualmente sta prendendo sempre più piede nel mondo della comunicazione, appropriandosi della dovuta considerazione. Gubitosa spiega: “Il punto di contatto è internet, che permette di far coesistere il clip con la foto e lo schizzo fatto a matita. Il risultato è quantomeno interessante perché la telecamera cattura gli scenari, ma il fumetto le sensazioni, la descrizione non verbale del racconto”. Le puntate e i contenuti poi, sono pubblicati di volta in volta sul blog del progetto (http://unforget-chernobyl.blogspot.com/) e naturalmente su Mamma!
La commistione dei generi e la libera espressione inseparabilmente irriverente sono i tratti salienti del dna editoriale della rivista, che sottotitola: “Se ci leggi è giornalismo, se ci quereli è satira”. Tutto nasce in rete all’interno dell’associazione culturale “Altrinformazione” da un gruppo di autori orfani di “Paparazzin” ed “Emme” (inserti satirici ormai estinti di Liberazione e L’Unità), e in maniera completamente autoprodotta, per aprire al giornalismo spazi diversi da quelli dell’editoria commerciale: “La base logistica è casa mia, a Bologna, e siamo in collegamento internet. Pura microeditoria artigianale. È una comunità virtuale con centinaia di abbonati che ci seguono e sostengono, scelti uno per uno – a differenza delle grandi campagne abbonamento a tappeto delle case editrici”, racconta Gubitosa.
Oggi il sito (www.mamma.am), con oltre 500 abbonati, è una vera e propria agenzia di stampa satirica quotidiana, con rivista cartacea annessa. “Sono maturi i tempi per far entrare il fumetto nel giornalismo a pieno titolo, e per realizzare anche sulla carta quello che si sta realizzando in rete: dare spazio alle piccole voci”. Per questo, Kanjano e Greco sono partiti senza alcuna copertura editoriale – se non quella garantitagli dall’autofinanziamento tramite piattaforma di crowdsourcing – assumendo sulla propria pelle rischi, costi ed eventuali radiazioni. “Come tante altre iniziative che stanno emergendo in questi anni, tutto nasce dall’idea di due narratori”, racconta Gubitosa, “Non c’è nessun business-plan: andare, vedere, raccontare. Hanno preso e si sono messi in macchina sfidando con spirito d’avventura non solo le radiazioni, ma anche un mondo che conosciamo pochissimo, e in più con una burocrazia molto pesante, perfino peggiore di quella italiana”.
Sarà una coincidenza, ma “con tutte le proporzioni del caso, nemmeno Hemingway aveva un editore alle spalle quando si infilò nella guerra civile spagnola. Solo una grande esigenza di raccontare”. Il messaggio è che questo tipo di curiosità attiva è alla portata di tutti: “con un gruppo molto motivato di persone e poche centinaia di persone che ti seguono, chiunque può fare una rivista, non bisogna averne paura. Tutto sta nell’avere qualcosa di importante da dire. Il rischio – ammonisce lo scrittore – è di ripiegarci su noi stessi, di rimanere chiusi ed esclusi da quello che succede nel mondo”.
Fino al 31 agosto i lettori che scriveranno a promo-fq@mamma.am mettendo nel soggetto delle mail Fatto Quotidiano riceveranno una copia saggio della rivista.