In passato l'impresa impegnata nella costruzione della tangenziale di Novellara aveva fatto elargizioni (regolarmente registrate) al Carroccio. Il prefetto di Reggio Emilia l'aveva già bloccata, ma poi il Tar di Parma aveva annullato l'interdizione
Nuovi guai per la Bacchi Spa di Boretto. Se il Tar di Parma due settimane fa aveva annullato l’interdittiva antimafia per la ditta edile e di escavazioni della bassa reggiana, ora arriva un nuovo pesante stop. Sempre firmato Prefettura di Reggio Emilia. Il prefetto De Miro infatti ha emesso una nuova interdittiva antimafia dopo quella dello 5 aprile relativa alla costruzione della tangenziale di Novellara.
Nella prima occasione l’azienda, era ricorsa al Tar, che a fine luglio aveva dato ragione alla Bacchi annullando, l’interdittiva antimafia. Come conseguenza di questo atto il Tar aveva anche cancellato gli atti collegati: quello del 7 aprile scorso, di Iniziative Ambientali, che sospendeva i lavori per la tangenziale di Novellara e quello del 15 aprile. Quest’ultimo emesso dalla Provincia di Reggio Emilia che prevedeva la sospensione del contratto di appalto vinto dalla Bacchi Spa per la manutenzione delle strade provinciali della bassa reggiana.
Ora però, arriva il secondo “stop” ai lavori. La firma è del prefetto Antonella De Miro e porta la data del 4 agosto. E’ stato trasmesso alla stazione appaltante Iniziative Ambientali il 5 agosto. Dieci giorni dopo la decisione del Tar di Parma dare il via libera al riavvio dei lavori per il terzo stralcio di tangenziale.
Nella nuova interdittiva antimafia si può leggere di un “sussistente pericolo di infiltrazioni mafiose tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi della ditta Bacchi Spa”. Perché il Prefetto di Reggio ha emesso questa nuova interdittiva nei confronti di una ditta che negli anni ha legalmente finanziato il mondo della politica locale con elargizioni regolarmente registrate ad esempio a favore alla Lega Nord come riportato dal ilfattoquotidiano.it? Nei mesi scorsi le forze dell’ordine hanno effettuato diversi accertamenti mirati a rilevare la consistenza di un pericolo di permeabilità alla mafia. Indagini che, secondo il prefetto De Miro avrebbero superato le motivazioni per cui il Tar di Parma ha accolto il ricorso presentato dalla Bacchi.
Per quanto concerne la sentenza inerente la prima interdittiva, infatti, era stato segnalato che “quei profili che denotino vicinanza e persistenza di contatto con ambienti criminali” risultavano “per un verso difettare e per l’altro verso non presentarsi sufficientemente istruiti o motivati”.
Nella stessa sentenza, che ha annullato il primo provvedimento, veniva sottolineato che è “astrattamente possibile la reiterazione del giudizio di pericolo di infiltrazioni malavitose, previa correzione degli errori e della carenze che si è in questa sede accertati”. Carenze che, secondo la prefettura, dovrebbero essere stati abbondantemente superati da questo nuovo provvedimento e, soprattutto, grazie alle indagini delle forze dell’ordine svolti in questi mesi.
In occasione dello stop dell’interdittiva antimafia da parte del Tar avevano esultato il sindaco di Novellara Raul Daoli (Pd) ed il consigliere provinciale Giuseppe Pagliani (Pdl). Oggi a fronte del nuovo stop da parte del prefetto interviene il presidente della Camera di Commercio di Reggio Emilia Enrico Bini che prende le parti della De Miro. “Certi politici prima di esultare e sbilanciarsi a favore di ditte dovrebbero essere quanto meno più prudenti…”.