Politica

Berlusconi: “Con Tremonti fino a fine legislatura. Ricandidarmi? Solo se necessario”

Il giorno dopo il via libera alla manovra da 45 miliardi, Silvio Berlusconi torna a difendere l’operato del governo, parlando di misure “apprezzate” dall’Europa e dicendosi sicuro che anche gli italiani alla fine daranno un giudizio “positivo”. Nega inoltre “tensioni” con Tremonti, pur ammettendo che qualche “contrapposizione” con il ministro dell’Economia c’è stata. Ad ogni modo, assicura, “finiremo insieme la legislatura”.

Intanto l’opposizione, pur criticando le misure, non chiude la porta a un confronto che lo stesso presidente del Consiglio auspica e su cui continua a insistere Napolitano, secondo cui il momento è “delicato” e richiede “responsabilità” da parte di tutti.

Prima di lasciare Roma per alcuni giorni di riposo in Sardegna, il Cavaliere si dice di buon umore e “soddisfatto” per il risultato raggiunto (pur avendo ammesso ieri di “avere il cuore grondante di sangue per aver messo le mani nelle tasche degli italiani”). Ci tiene a sottolineare che dall’Europa ha già ricevuto i primi “apprezzamenti”, rivendicando che “difficilmente altri governi sarebbero riusciti” a fare altrettanto. Riferisce di una telefonata con la cancelliera tedesca Angela Merkel e di un colloquio con Jean Claude Trichet. In serata, aggiunge, sentirò anche altri leader europei come Nicolas Sarkozy.

Berlusconi difende l’impianto della manovra. Non nega che di qualche misura avrebbe volentieri fatto a meno, ma ricorda che in una coalizione si deve sempre scendere a “compromessi”. Lui, spiega, ha dovuto cedere alla Lega sulle pensioni, altri hanno dovuto legarsi al suo ‘niet’ sulla patrimoniale. Guardando al futuro, uno dei nodi resta il rapporto con Tremonti. Il premier, dopo aver pranzato con il ministro dell’Economia, nega “tensioni” e smentisce i retroscena dei giornali.“Certo – ammette – ci sono state delle contrapposizioni di vedute”, ma non solo con lui. A suo giudizio, quindi, il rapporto regge. Tanto che, assicura, “arriveremo insieme a fine legislatura”. Anche Paolo Bonaiuti, suo portavoce, è tranchant: “Dimissioni di Tremonti? Sono voci risibili e inesistenti”, assicura.

Nella maggioranza, però, l’opinione di diversi ministri e dirigenti del Pdl è un po’ diversa. Più d’uno scommette che il redde rationem fra i due ci sarà a settembre, magari quando si riproporrà il nodo della richiesta d’arresto per Marco Milanese. “Superata l’emergenza mercati, Berlusconi potrebbe liberarsi di lui”, spiega un ministro. “Anche dall’Europa ci hanno fatto sapere che non ci sono veti su una sua sostituzione”, aggiunge un altro. Ma questo non significa che il premier abbia deciso. Certo, i rapporti sono difficili o, come rivela un dirigente piediellino, “ai minimi storici”. Ma prima di ‘licenziare’ il Professore, Berlusconi deve trovare un sostituto autorevole, che al momento non c’è. Inoltre, sottolinea un ministro, “se si muove quella casella, rischia di crollare tutto”, visto che la Lega, pur avendo iniziato a criticare Tremonti, non è ancora pronta a un suo addio. Una soluzione, aggiunge un membro del governo, potrebbe essere lo spacchettamento dell’Economia, come proposto qualche tempo fa da Roberto Maroni.

Per ora, tuttavia, Berlusconi nega qualsivoglia rottura. Ma i nodi non finiscono qui. Il decreto, firmato in serata da Napolitano, ora dovrà approdare in Parlamento e le frizioni nella maggioranza potrebbero riesplodere. Il premier sparge ottimismo: “Il viaggio sarà molto tranquillo” anche se, riconosce, qualche “difficoltà” potrebbe arrivare dai parlamentari a causa dei sacrifici chiesti alla politica.

Quanto al rapporto con l’opposizione, il premier sembra dialogante. Parla dei “contatti” avuti con alcuni partiti avversari, e ricorda che il governo ha “tenuto conto” di alcune delle loro posizioni. Dalle opposizioni, però, le critiche non mancano. Il Pd parla di manovra “iniqua”, anche se Pier Luigi Bersani, per non farsi ‘scavalcare’ da Antonio Di Pietro, assicura che i democratici non si “sottrarranno” al confronto, annunciando però una ‘contro-manovra’. Anche all’Udc le misure non piacciono, ma Pier Ferdinando Casini promette che i centristi avranno “senso dello Stato”.

Intanto si chiarisce l’iter della manovra che arriverà il 22 in Senato, dove Renato Schifani chiede un testo non “blindato”.

Berlusconi parla anche del suo futuro. Sa che la manovra inciderà pesantemente sulla su una popolarità già duramente minata da scandali e inchieste. Ma una nuova campagna elettorale, al momento, non pare nel suo radar. “Ricandidarmi? Non mi tirerò indietro, ma spero non sia necessario”.