Il leader del Carroccio dalla faccia pulita non vuole le moschee. "Ma anche i piccoli negozi sono diventati centri di attività illecite". E un appello all'assessore Frascaroli: "Non pensi a luoghi di culto che non ci appartengono, ma agli interessi dei bolognesi"
“Siamo pronti a sfidarla non solo a suon di firme – afferma il capogruppo in Comune – ma anche sui contenuti. La Lega non darà solo battaglia per le vie della città a suon di banchetti e di proposte referendarie, come ai tempi della mega moschea di cofferatiana memoria, ma anche incontri e dibattiti per spiegare che, oggi, la scelta della Frascaroli è sbagliata e inopportuna”.
La proposta dello ‘spezzatino delle moschee’ infatti potrebbe rivelarsi “la goccia che fa traboccare il vaso, non siamo pronti a un’invasione di questo tipo e azzardare la creazione di centri di culto islamici, seppur piccoli, diventerebbe molto pericoloso e in ogni caso prima va consultata la città. Ritengo davvero inopportuna la proposta della Frascaroli perché si parla di ipotecare il territorio. Ad oggi, noi l’abbiamo visto durante le ‘notti verdi’, viviamo a Bologna una situazione di forti disagi sociali, sono i bolognesi i primi ad essere in difficoltà. Esistono molte problematiche nei quartieri, quindi inviterei l’assessore Frascaroli ad occuparsi prima di loro”.
E precisa come la moschea vada a configurarsi come un luogo di culto completamente diverso dalla chiese: “Le moschee rappresentano un luogo che non accoglie semplicemente il culto, ma anche un centro in cui si fa politica. Oggi molti centri commerciali sono in gestione a dei musulmani che li hanno trasformati in centri di attività illecite, spaccio di droga soprattutto“. E sulla motivazione della proposta da parte dell’assessore al welfare risponde lapidario: “L’assessore vuole imitare gli amici milanesi. Credo sia meglio che l’assessore Frascaroli si occupi prima della situazione bolognese e di un sociale che sta implodendo giorno dopo giorno”.
Carmen Pedullà