Dopo una giornata di richieste piovute da ogni parte, il Cavaliere è intervenuto da Porto Rotondo per fissare alcuni paletti: "In Parlamento ok alle modifiche, ma no all'aumento dell'Iva". E sulla patrimoniale: "Non si ricava nemmeno un miliardo, ma è un fattore di giustizia"
Il percorso della stangata bis si annuncia sempre più tortuoso. Tanto tortuoso che in serata il presidente del Consiglio è intervenuto per mettere alcuni paletti a tutte le richieste pervenute nel corso della giornata. Prima il ministro dell’Interno Roberto Maroni, a margine della conferenza stampa di Ferragosto sulla sicurezza, ha detto che ci sono i margini per “tagliare i tagli” ai piccoli comuni, prevedendo pene più severe contro l’evasioni: “Guardo – ha aggiunto il ministro – con interesse alle proposte dell’opposizione”. Poi, il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni: “Tasse e tagli agli enti locali contraddicono la nostra identità”. Infine, il leader Udc Pierferdinando Casini ha escluso di dare una mano alla maggioranza durante l’iter parlamentare.
Di fronte alle richieste dei ‘frondisti’ – verso le quali Berlusconi dichiara di voler chiedere ‘disciplina di partito’ – pur ammettendo che il testo “è migliorabile”, il premier definisce “i saldi della manovra assolutamente invariabili, intoccabili”. Il premier assicura di non essere contrario a priori a proposte migliorative: “Noi guarderemo alle proposte senza fare distinzioni sulla fonte dalla quale provengono e cercheremo di fare del nostro meglio come abbiamo sempre cercato di fare”, ha detto da Porto Rotondo dove si trova in vacanza. ”E’ normaleche ciascuno cerchi di portare avanti le sue proposte, ma io credo che poi, una volta che chiederemo la disciplina di partito, il risultato sarà quello di avere l’unanimità”. Così il premier Silvio Berlusconi, durante una passeggiata per Porto Rotondo, ha risposto ad una domanda sulla cosiddetta ‘frondà nel Pdl, di quei deputati che chiedono modifiche alla manovra varata dal governo.
Aumentare l’Iva. Sull’idea avanzata da Emma Marcegaglia di aumentare di un punto l’Iva, Berlusconi è perentorio: ”Un punto in più di Iva cambierebbe molto le cose perché sarebbero almeno cinque miliardi in più” nelle casse dello Stato “però l’Iva aumentata determina una contrazione dei consumi magari non rilevante ma comunque ci sarebbe una contrazione certa dei consumi; inoltre vi sarebbe una maggiore tendenza all’evasione che purtroppo si rafforzerebbe con l’aumento dell’Iva”.
Contributo di solidarietà come “fattore di giustizia”. “Il contributo di solidarietà è stato introdotto non perché dia un grande introito, visto che secondo i nostri calcoli darà un gettito di molto meno di un miliardo di euro, ma perché non fossero le classi più disagiate , attraverso magari minor servizi da parte degli enti locali, a dover pagare maggiormente il costo della manovra: è stato quindi introdotto per un fattore di giustizia, per equilibrare i sacrifici. Credo che sia qualcosa che sia giusto avere in questa manovra”, ha ammesso Berlusconi dicendosi comunque aperto alla possibilità di modifiche su alcuni aspetti del provvedimento come ad esempio la rimodulazione del prelievo per chi ha familiari a carico .
La fiducia sulla manovra. Il Presidente del Consiglio dichiara di non voler porre la fiducia sulla manovra, auspicando un atteggiamento responsabile da parte delle opposizioni ma anche dei partiti della maggioranza. “Mi attendo un comportamento responsabile da tutte le forze politiche”. Anche della maggioranza? “Sì, certamente sì, ma la maggioranza sarà responsabile”.
Già questa mattina, mentre nella maggioranza aumentavano gli esponenti ‘frondisti’, i collaboratori di Berlusconi lasciavano filtrare che l’idea di apportare modifiche fosse caldeggiata dallo stesso Cavaliere, ansioso di non passare alla storia come “l’uomo delle tasse. Tutta la mia storia politica va in direzione opposta”. Critiche arrivavano anche da voci non sospette, come quella di Maurizio Belpietro, direttore di Libero, che oggi dalle colonne del suo giornale scrive una lettera aperta al premier e a Bossi: “Questa manovra da vampiri non è da voi. Se non la cambiate gli elettori vi mollano”
Maroni: “Più misure contro l’evasione”. “La manovra del Governo non è blindata. Credo che il Parlamento debba fare uno sforzo per garantire un taglio dei tagli previsti per le autonomie locali”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni rispondendo ad una domanda sulle misure della manovra, nel corso della conferenza stampa al Viminale dopo il tradizionale comitato per l’ordine e la sicurezza di Ferragosto. “Mi auguro che i tagli ai comuni – ha aggiunto – si possano azzerare introducendo altre misure”. “Bisogna prestare grande attenzione -ha sottolineato Maroni – ai tagli alle autonomie locali e, in particolare, ai Comuni, che hanno già subito notevoli riduzioni negli stanziamenti. Credo che il Parlamento debba fare uno sforzo per azzerare il previsto taglio ai Comuni di un miliardo e 600mila euro”. Si può evitare di colpire i Comuni, ha proseguito il ministro, “attuando varie misure di cui hanno parlato i giornali: l’Iva, la tassazione dei capitali scudati, la lotta all’evasione, le proposte dell’opposizione che valuto con interesse”.
Formigoni: “Così il Pdl perde la sua identità”. Mi rivolgo al Pdl, il mio partito, dicendo che ci sono nella manovra due punti da modificare completamente e a tutti i costi perchè contraddicono l’identità stessa del Popolo delle liberta”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, parlando della manovra. “Il primo punto – ha spiegato – sono le tasse, cioè le mani nelle tasche degli italiani; il secondo la scure su regioni e comuni. Ricordo che nelle tre manovre fatte dal luglio del 2010 ad oggi i tagli inflitti a regioni e comuni sono il triplo di quelli inflitti dal governo a sè stesso. Questi due punti contraddicono l’identità del Pdl perchè descrivano un Popolo delle libertà che centralizza e statalizza”. L’aumento delle tasse e i tagli a regioni e comuni,secondo Formigoni contraddicono la stessa identità del Pdl: “Non possiamo perdere la nostra identità. Dopo 20 anni di storia che cosa ci rimarrebbe? Occorre mettere in moto da subito un piano di privatizzazioni, di vendite e dismissioni degli asset dello stato a partire dalla Rai, dalle poste e dal vastissimo patrimonio di partecipazioni statali che ancora ci sono”.
Casini: “E’ una manovra invotabile”. L’Udc non porterà soccorso al governo Berlusconi entrando nella maggioranza. Lo ha escluso categoricamente Pier Ferdinando Casini rispondendo ai giornalisti che “non esiste questa possibilità, non è nel novero delle cose possibili”. “Non abbiamo alcuna intenzione – ha spiegato prima di visitare il carcere di Lecce – di imbarcarci in una maggioranza che certamente ha portato l’Italia nel disastro in cui siamo”. Il soccorso centrista era stato invocato, nei giorni scorsi, anche dal capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. Questa mattina, in un’intervista al Corriere della Sera, il leader Udc aveva già espresso un giudizio durissimo sulla manovra bis: “Per noi è invotabile, non è nel novero delle cose possibili.: chiede sacrifici al ceto medio e alle famiglie”, e a chi nella “vita non ha mai evaso dieci lire”.