“Procida non si ferma”. Con queste parole il sindaco Vincenzo Capezzuto ha salutato il corteo di barche che ha fatto il giro dell’Isola per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione dei marinai della petroliera Savina Caylyn, rapiti dai pirati sei mesi fa al largo delle coste della Somalia.
Un’iniziativa che segue il corteo dello scorso 13 agosto quando circa tremila cittadini hanno manifestato al porto di Marina Grande per chiedere la liberazione dell’equipaggio e velocizzare l’intervento delle autorità italiane. “Siamo ancora in attesa di un segnale positivo da parte della società armatrice della Savina Caylin”, ha aggiunto il primo cittadino di Procida che ha invitato il Capo dello Stato e il primo ministro a venire in visita sull’isola campana. “Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio sarebbe un bel gesto di solidarietà avervi a Procida nei prossimi giorni”, ha esortato Capezzuto invitando le due autorità alla seduta aperta del consiglio comunale in programma per il prossimo 30 agosto.
Il corteo di natanti è partito verso le 12.30 da Marina Corricella dove si sono radunate le barche che per l’occasione hanno esposto un drappo bianco. La manifestazione marittima è passata poi davanti ai lidi affollati dai vacanzieri che per l’occasione hanno chiuso gli ombrelloni e letto un comunicato del comitato “Liberi Subito” in segno di solidarietà verso i marinai sotto sequestro.
All’appello del sindaco si sono uniti i famigliari di Giuseppe Lubrano Lavadera, comandante della petroliera che assieme al suo secondo Crescenzo Guardascione è in mano ai criminali somali. “Ci sentiamo abbandonati, da oltre sei mesi viviamo nell’incertezza”, ha detto Porfirio Lubrano Lavadera, cugino di Giuseppe che ha voluto sottolineare come le autorità italiane non stiano aggiornando i parenti sull’evoluzione delle trattative. La famiglia ha lanciato “un accorato appello al Capo dello Stato affinché chiami a raccolta tutti i soggetti pubblici e privati preposti a condurre la trattativa in maniera concreta per riportare i nostri congiunti a Procida”.
In attesa che il governo batta un colpo, l’intera isola si è stretta attorno ai famigliari dei marinai. “Si sono cementate le forze di coesione tra tutti gli strati della popolazione, a prescindere dalle condizioni socio-economiche – ha continuato Lubrano Lavadera – L’economia dell’Isola ha retto sempre sul mare, ed è chiaro il coinvolgimento emotivo di chi teme che possano verificarsi altre tragedie come questa. E’ uno spettacolo bellissimo, siamo commossi”.
Una solidarietà che contrasta con il silenzio della politica. Le ultime dichiarazioni del ministro degli Esteri Franco Frattini risalgono al 13 agosto, data della precedente manifestazione, quando aveva affermato che non poteva rivelare neanche una parola sui negoziati segreti coi corsari somali “per avvicinarci sempre meglio alla possibilità di liberazione”. Dichiarazioni che a molti procidiani sono suonate come una sorta di tentativo di prendere tempo. “Non abbiamo nessuna prova di un’evoluzione delle trattative”, hanno detto i parenti dei marittimi sotto sequestro.
All’appello dei famigliari si è subito unita la deputata del Pd Luisa Bossa che nei mesi scorsi era stata la promotrice di un’interrogazione parlamentare sulla vicenda: “A sei mesi dal sequestro della ‘Savina Caylyn’ per mano dei pirati somali, il ministro degli Affari esteri ci dica finalmente quali canali diplomatici ha messo in atto per risolvere nel migliore dei modi la vicenda che coinvolge da vicino cinque nostri connazionali e ci informi sulle loro condizioni di salute”.