La crisi economica modifica gli equilibri di forza tra partiti e le intenzioni di voto? Come si presenteranno gli schieramenti in vista della prossima battaglia politica autunnale? Chi guadagna e chi perde? Chi è pronto per le elezioni e chi, invece, ha bisogno di tirarla per le lunghe?
Una prima risposta ci è offerta dall’osservatorio Swg per La Stampa del 4 agosto, disponibile su questo link del sito ufficiale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Questi dati non tengono conto delle novità politiche degli ultimi sette giorni ma presentano alcune tendenze nette e assolutamente interessanti.
L’osservatorio offre tre dati:
- Fiducia al Governo (26%, +1% rispetto al mese scorso), all’opposizione (23%, -2% rispetto al mese scorso) e fiducia in nessuna forza politica (né maggioranza né opposizione, 51%, +2% in un mese);
- Intenzioni di voto: Pd resta primo partito ma scende al 25%, Pdl al 24%, la Lega scende al 9%, Sel e Idv ballano insieme intorno al 7%, Il Movimento 5 Stelle balza al 6.5%, Futuro e Libertà acquista un punto e mezzo;
- Valore delle coalizioni: il centrosinistra (Pd + Sel + Idv) perde un punto e si ferma al 44%, ma l’attuale maggioranza frana al 35.5, ai suoi minimi storici, -3.5% in un mese. Ne traggono vantaggio Grillo e il Terzo polo, quest’ultimo sale al 12.5%.
Da questi dati emergono riflessioni preziose per le strategie politiche dei prossimi mesi.
- L’antipolitica batte la politica. Il dato non cambia rispetto ad altre rilevazioni analoghe delle ultime settimane: la sfiducia nei confronti dell’intera offerta politica presente supera il 50%. Per vincere le elezioni, sempre di più, basterebbe convincere gli sfiduciati del proprio orientamento politico, più che parlare agli indecisi o all’elettorato opposto;
- Pd + Pdl = 49%. È ancora presto per dirlo con sicurezza, ma i trend parlano chiaro: gli italiani bocciano il bipartitismo o, perlomeno, non gradiscono la proposta politica delle due forze più significative;
- La somma di Pdl e Lega non arriva oltre il 33%, un dato più basso persino di quello ottenuto dal Partito democratico alle politiche del 2008. La Lega ha un margine assai risicato nei confronti dell’Idv, di Sel e persino del MoVimento. E soprattutto non riesce a invertire una tendenza che la vede in calo, costantemente, durante tutto il 2011. Il Pd, dal canto suo, resta primo partito ma il dato non può essere rassicurante. Con questa legge elettorale, tutto sommato, è importante arrivare primi nella coalizione vincente, più che stravincere, ma l’orientamento generale, e in particolare dell’elettorato di centrosinistra, spinge per una nuova legge elettorale che potrebbe dunque richiedere nuovi equilibri e numeri diversi per poter governare;
- La distanza tra centrosinistra e centrodestra è di 8.5 punti e il trend pare stabilizzarsi. Questo distacco, a questo punto, pare assai difficile da colmare, soprattutto se il Governo continuerà a deludere il suo elettorato di riferimento. Il Terzo Polo è ancora decisivo (sempre a condizione che non si intenda puntare sull’area del non voto, come i dati suggeriscono), ma se il MoVimento dovesse appoggiare il centrosinistra, come ha già fatto nella sostanza (ma non nella forma) alle amministrative a Milano e a Napoli, l’asse Pdl-Udc fortemente voluta da Alfano potrebbe non essere sufficiente. Le primarie del centrosinistra potrebbero essere il detonatore dell’entusiasmo popolare di una coalizione, quella tra Pd, Sel e Idv, culturalmente omogenea, nei fatti (cioè nel sentimento degli elettori) già presente e capace, dati alla mano, di correre verso l’autosufficienza;
- La situazione attuale è causata più dai limiti del centrodestra che dai meriti del centrosinistra, dunque questa configurazione è assai volatile ed è da verificare successivamente. Soprattutto se a destra Berlusconi dovesse cedere definitivamente, non è detto che i voti in uscita siano superiori ai voti in entrata di moderati o militanti di destra momentaneamente posizionati tra Movimento, centrosinistra e Terzo Polo. Il vantaggio del centrosinistra, pur rassicurante, non è affatto una buona ragione per sedersi sugli allori.