Il protagonista della vicenda Fastewb-Telecom Sparkle, già condannato per riciclaggio e voto di scambio mafioso, è accusato dalla Procura di Roma di aver intascato soldi da società poi fallite
Nuovi guai giudiziari per l’ex senatore del Pdl Nicola Paolo Di Girolamo. Dovrà rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta e alla truffa ai danni della Bnl, in un processo che prenderà il via il 28 ottobre davanti ai giudici della nona sezione penale del Tribunale di Roma. Il rinvio a giudizio è stato disposto dal gup Alessandro Arturi, che ha accolto le richieste avanzate dal pm Paolo D’Ovidio.
Secondo l’accusa Di Girolamo, attualmente agli arresti domiciliari per la vicenda Fastweb-Telecom Italia Sparkle, sarebbe riuscito ad ottenere fidi per due milioni di euro a beneficio di società a lui riconducibili, già in sofferenza e senza fornire garanzie di rientro. Poi avrebbe trattenuto i soldi, determinando così il fallimento delle società.
Nello stesso processo saranno imputati anche Giovanni Sabatelli e Aldo Spadella, soci o cogestori delle aziende fallite. C’è poi Ignazio Restivo, accusato di aver sottratto dai conti correnti di una società poi fallita ben 317mila euro.
Un mese fa Di Girolamo aveva patteggiato cinque anni di reclusione davanti al gup Massimo Battistini e restituito una somma di circa quattro milioni di euro (tra contanti, beni immobili, quote di società e auto di lusso) per evasione fiscale, riciclaggio transnazionale e scambio elettorale aggravato dal metodo mafioso. L’inchiesta aveva coinvolto anche ex dirigenti di Fastweb, compreso il fondatore e amministratore delegato Silvio Scaglia, e Telecom Italia Sparkle.