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Scudo fiscale, qualcuno ci sta provando
“Iniziativa di singoli, non del governo”

Altro che "invenzione dei giornalisti", come afferma Calderoli. Rotondi e Gasparri confermano che la proposta di inserire in manovra una nuova sanatoria per gli esportatori di capitali esiste davvero. E, secondo nuove indiscrezioni, ci starebbe lavorando anche il presidente Berlusconi
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Il governo non ha mai discusso l’introduzione di un nuovo scudo fiscale, ma qualche singolo esponente ci sta provando. E’ quello che emerge chiaramente dalla pioggia di smentite che arrivano da esponenti della maggioranza. Lo dice chiaramente Gianfranco Rotondi, ministro per l’Attuazione del programma, sentito da Affaritaliani.it: “Magari ci sarà stato qualcuno che ha suggerito questa soluzione, penso a qualche esperto o a qualche parlamentare. Ma certamente il governo non solo non ha considerato questa misura, ma non ha svolto nessuna attività collegiale in questi giorni, nemmeno telefonica”.

Sulla stessa linea Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl: “Non abbiamo mai discusso dell’ipotesi di introdurre uno scudo-bis, tutto avviene sui giornali con proposte di singoli”. Una riunione per discutere i possibili sviluppi della manovra in discussione in Parlamento a partire dal 22 agosto si terrà “nei prossimi giorni”. Insomma, una realtà ben diversa da quella descritta dal ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, che stamattina aveva parlato di “un’invenzione dei giornalisti”.

E chi sarà questo ignoto proponente del nuovo scudo? Secondo l’agenzia di stampa Adn Kronos, niente meno che il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, che starebbe pensando a un’aliquota “tra il 7 e il 10 per cento”, conto il 5 dell’edizione precedente.

Il tema è caldo perché l’ipotesi un nuovo scudo fiscale sui capitali illecitamente detenuti all’estero riaprire le polemiche sulle periodiche “sanatorie” in favore degli evasori e dei detentori di capitali illegali in genere. Non solo: l’inserimento in manovra del provvedimento spazzerebbe via la proposta di segno opposto di cui si sta discutendo in questi giorni: un nuovo prelievo ai capitali regolarizzati nel 2009-2010. Un modo per trasferire sui “furbi” una sostanziosa parte dei sacrifici imposti a lavoratori e famiglie, dato che il gettito potrebbe toccare i 18-20 miliardi di euro, quasi pari all’intero valore della manovra per il 2012.

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