“Apriamo gli occhi, l’euro e l’Europa sono sull’orlo del baratro. Per non caderci dentro, la scelta è semplice: o gli stati membri accettano la cooperazione economica rafforzata di cui mi sono sempre fatto paladino, o trasfericono dei poteri supplementari all’Unione. La seconda opzione è stata rifiutata da una maggioranza dei Ventisette, resta la prima”. E’ la drastica analisi dell’ex presidente della Commissione Europea Jacques Delors, in un’intervista al quotidiano svizzero Le Temps.

Delors, uno dei padri politici dell’Unione, che ha guidato dal 1985 al 1994, giudica necessaria una maggiore cessione di poteri dagli Stati all’Unione, ma considera “un dispositivo folle” il ministero europeo delle Finanze, proposta emersa dal recente vertice Merkel-Sarkozy. Lo insegnerebbe l’esperienza fallimentare del ministero degli esteri dell’Ue introdotto dal trattato di Lisbona.

L’ex presidente si mostra molto critico sui risultati del vertice tra la cancelliera tedesca e il primo ministro francese: “Il dialogo franco-tedesco prosegue, e me ne compiaccio, ma la signora Merkel, ancora una volta, non ha fatto alcuna concessione di fondo”. Un vertice che “non servirà a niente” secondo Delors, visto il no al potenziamento del fondo “salva Stati” e agli eurobond.

La lunga intervista contiene diversi consigli agli attuali governanti europei. Delors sostiene la “parziale mutualizzazione del debito dei singoli Stati” come un mezzo per “ridare senso alla cooperazione” comunitaria. “Ho sempre detto che il successo dell’Europa, sul piano economico, è iscritto in un triangolo”, conclude. “La competizione che stimola, la cooperazione che rinforza e la solidarietà che unisce”.

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