Le chiacchiere stanno a zero. L’Italia non è più il Paese dei furbi. O meglio non è più il Paese dei fessi, visto che i furbi dalle nostre parti, al contrario di quello che ci hanno sempre raccontato, erano e sono una minoranza (sia pur numerosa), mentre chi subiva e taceva rappresentava la maggioranza. In questi mesi i cittadini hanno imparato a loro spese che l’illegalità non conviene. E non solo per una questione etica o morale. Il fatto è che evasione fiscale, corruzione e mafia, costano ai contribuenti 330 miliardi di euro l’anno. Un tesoro enorme di cui adesso tutti gli elettori, davanti ai tagli ai servizi e alle nuove imposte, colgono dimensioni e portata.
Per questo pure il centrodestra – Pd e Idv hanno già annunciato gli emendamenti sulla ri-tassazione – ha tutto il vantaggio di far propria la proposta de Il Fatto Quotidiano. Una proposta sulla cui attuazione, lo promettiamo, noi continueremo a vigilare. La voglia di ricorrere a interventi di facciata è tanta. Due giorni fa il premier, probabilmente in preda a un attacco di conflitto d’interessi, ha parlato di un’imposizione sugli evasori dell’1 o 2%. Troppo poco. Anche per il popolo di Pdl e Lega, ormai alle prese con un sogno che è diventato un incubo. Se da qui alla riconversione della manovra non accadrà qualcosa, il vero pericolo per il sempre più sedicente governo, è proprio la rivolta del suo elettorato. E per capirlo non bisogna conoscere gli ideogrammi cinesi. A questo punto basta il veneto. O, meglio ancora, il brianzolo.
Post scriptum: Oggi il governo ha cambiato di nuovo idea. Adesso discute di un altro scudo. Pdl e Lega vogliono premiare ancora i ladri per fare cassa. Un favore a poche migliaia di evasori contro il volere di milioni di contribuenti onesti. L’ideogramma di questa classe dirigente è davvero semplice da decifrare. Rappresenta un’oligarchia di incapaci che corre in massa verso il suicidio.
Il Fatto Quotidiano, 18 agosto 2011