L’Anci si scaglia così contro la manovra del governo, che fa passare gli accorpamenti dei piccoli Comuni “come uno dei piatti forti dei tagli ai costi della politica”: il provvedimento più contestato è quello che prevede l’accorpamento dei comuni al di sotto dei 1000 abitanti, con conseguente eliminazione di giunte e consigli comunali. Nella lettera viene precisato che “un consigliere comunale guadagna 17 euro lorde a seduta, mentre un assessore, nei comuni sotto i mille abitanti, percepisce un massimo di 130 euro lorde al mese. Indennità che spesso – dicono Napoli e Guerra – non vengono neppure percepite o che risultano ulteriormente dimezzate quando l’amministratore, come nella maggioranza dei casi per i piccoli comuni, è un lavoratore dipendente”.
Questo sarà l’unico punto all’ordine del giorno del Comitato Direttivo dell’Anci, convocato a Roma in via straordinaria per giovedì 25 agosto. I sindaci poi manifesteranno a Milano (all’Auditorium Gaber di Piazza Duca D’Aosta) il 29 agosto, in concomitanza con il dibattito sulla manovra in Commissione al Senato, e a Perugia il 23 settembre. Per il primo cittadino di Milano, Giuliano Pisapia, “la mobilitazione dell’Anci è una tappa importante per contrastare una manovra che per i Comuni è paragonabile ad uno tsunami”. Solo a Milano il taglio delle risorse ammonta a 100 milioni di euro, che si sommano ai tagli precedenti. Critico anche il presidente di Anci Lombardia, Attilio Fontana: “Basterebbe diminuire davvero il costo, da centinaia di migliaia di euro l’anno, di parlamentari e consiglieri regionali, i rimborsi astronomici di chi siede nelle authority per risparmiare molto di più”. “E’ bene ricordare – sottolinea Fontana- che dal 2011 i consiglieri comunali e gli assessori sono già diminuiti del 20%”.