Almeno 12 missili sono stati lanciati da miliziani palestinesi contro obiettivi nel deserto del Negev, nel sud d’Israele, nelle prime ore di stamattina, dopo la rappresaglia notturna a Gaza seguita agli attentati di Eilat. Uno di questi è esploso alle alle 8 e 10 locali nel cortile di una scuola di studi religiosi ad Ashdod, ferendo sei persone, una delle quali è grave.
Anche nelle città di Ashqelon, Sderot e Beer Sheva le sirene di allarme risuonano a ripetizione e la popolazione è costretta a cercare riparo. Finora i palestinesi hanno sparato almeno una dozzina di razzi che ad Ashdod hanno provocato danni materiali ad alcuni edifici.
La rapresaglia israeliana su Gaza era scattata dopo l’attentato multiplo di ieri mattina nella località sul Mar Rosso, che ha provocato otto morti e più di 30 feriti israeliani. In seguito ad un primo raid ieri sera a Rafah, in cui sono rimasti uccisi sei palestinesi, gli aerei con la stella di David hanno continuato durante la notte a colpire obiettivi nella Striscia.
Secondo un portavoce dell’esercito, sono stati colpiti sette obiettivi riconducibili ad Hamas, fra i quali un campo di addestramento, una fabbrica di armi e diversi tunnel per passare in Egitto. Fonti palestinesi riferiscono che un adolescente è morto e decine di altre persone sono rimaste ferite.
A quanto scrive il quotidiano governativo egiziano al Ahram, citando fonti militari, in uno dei raid aerei israeliani sono rimasti uccisi un ufficiale militare e due poliziotti egiziani.
Nel Negev proseguono anche oggi le ricerche di membri del commando terroristico che potrebbero essere ancora appostati sul terreno in attesa di tornare in azione. Sulle strade si notano numerosi posti di blocco ed una rafforzata presenza militare. La polizia israeliana è schierata in forze anche a Gerusalemme est per far fronte ad eventuali manifestazioni che potrebbero essere inscenate dai fedeli islamici al termine delle preghiere del venerdì e del Ramadan nella Spianata delle moschee.