Nel giorno di Napolitano che bacchetta il governo e, in parte, una certa opposizione, il primo appello bipartisan è quello di Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat. Che nega con forza la crisi di nuovi modelli Fiat, parla di una crisi che attraversa tutti i settori – “Ne ho finito di discutere adesso con Corrado Passera, col quale ho parlato a lungo, di crisi, ovviamente, ma non solo”, dice al fattoquotidiano.it – e fa spallucce al “tramonto del mito Marchionne”, come hanno scritto i giornali. “Quando è sorto questo mito?”.

Al termine del discorso del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, Marchionne dice di sottoscrivere ogni parola: “Sono al meeting per lui, è una persona che stimo immensamente, un punto di riferimento in un momento così difficile”.

L’amministratore delegato della Fiat taglia corto anche sull’erditoriale di Massimo Mucchetti, pubblicato oggi dal Corriere della Sera, una lettera aperta a Marchionne, dove gli si chiede della gestione di un’azienda alla quale sono intrecciati i destini del Paese: “Preferisco l’articolo di Massimo Gramellini sulla Stampa”, ha fulminato tutti con una battuta.

E la manovra? La via d’uscita dalla crisi? “E’ un problema che devono gestire i politici, la cosa importante è riconquistare la credibilità che serve per finanziare il debito pubblico. Ed è necessario un accordo bipartisan, in un momento delicato come questo è il momento di fare gli italiani e non i funzionari di partito”.

e.l.

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