La crisi, secondo Giulio Sapelli, docente di storia dell’economia presso l’Università Statale di Milano, la stanno creando i decisori incapaci di assumere posizioni chiare e, in primis, il presidente della Bce, Jean Claude Trichet. “La prima cosa da fare è mettere immediatamente mano alla riforma del sistema finanziario. Bisogna riapplicare tutte le norme che erano state varate dopo la crisi del 1929, separando le banche commerciali da quelle d’investimento. I dati che sono emersi sul comportamento delle banche che hanno ricevuto ingenti risorse dalla Fed sono lì a parlare da sole: 16000 miliardi di dollari che sono stati utilizzati per fare giochi finanziari invece che per sostenere investimenti dell’economia reale”.
Sapelli fa riferimento alle conclusioni del GAO (Governement Accountability Office, la ragioneria dello Stato in versione Usa) che a luglio ha trasmesso al Congresso un voluminoso rapporto su come sono stati utilizzati 16 trilioni di dollari (16000 miliardi!!) erogati come prestiti a tasso zero. La lista degli istituti beneficiari figura a pagina 131 del rapporto. Ovviamente figurano tutte le principali banche Usa, Giapponesi e Europee: Citigroup (Usa): 2.500 miliardi di dollari (una volta e un quarto la ricchezza prodotta in un anno dall’Italia e quasi sei volte quella del Belgio), Morgan Stanley (Usa): 2.040 miliardi di dollari, Merrill Lynch (Usa): 1.949 miliardi di dollari, Bank of America (Usa): 1.344 miliardi di dollari, Barclays Plc (Regno unito): 868 miliardi di dollari, Bear Sterns(Usa): 853 miliardi di dollari, Goldman Sachs(Usa) : 814 miliardi di dollari, Royal Bank of Scotland (Uk): 541 miliardi di dollari, JP Morgan Chase(Usa): 391 miliardi di dollari, Deutsche Bank (D): 354 miliardi di dollari,UBS (Svi) 287 miliardi di dollari, Credit Suisse (Svi): 262 miliardi di dollari, Lehman Brothers(Usa): 183 miliardi di dollari, Bank of Scotland (Uk): 181 miliardi di dollari, Bnp Paribas (F): 175 miliardi di dollari.
“Credo che sia indispensabile arginare logiche finanziarie che nulla hanno a che fare con il mondo reale: basta pensare che i titoli di stato hanno come collaterali dei derivati perché la stabilità del sistema economico mondiale viene messa nelle mani di un oligopolio internazionale come oggi è il sistema finanziario”.
Professore ma non bisogna prima di tutto riportare sotto controllo i conti pubblici?
“Certo misure per migliorare i saldi degli stati vanno prese ma prima di tutto vanno ricostruite le condizioni economiche e sociali perché non si distruggano le economie e la coesione sociale. Purtroppo io vedo un filo rosso tra situazione economica, incapacità della politica di fare scelte collettive per far uscire i paesi dalla stagflazione e le rivolte di Londra”
Quindi non c’è il rigore avanti tutto?
“Assolutamente no. Al secondo posto degli interventi da fare per creare le condizioni per non uscire tutti morti da questa crisi è togliere la Bce dalle mani del signor Clouzeau, come ormai possiamo chiamare Jean Claude Trichet. La Banca centrale va liberata dall’egemonia tedesca che con la sua politica anti-inflazionistica ci spinge se non in una seconda recessione in una pesante stagflazione”
Le imprese, però, sono tornate a fare profitti come prima dello scoppio della bolla immobiliare e del debito ma non investono e i consumi sono stagnanti?
“Perché abbiamo bisogno del terzo intervento fondamentale per uscire da questa crisi: liberare dal fisco i redditi da lavoro e capitale industriale (quindi giù l’Irpef e via l’Irap), aumentare l’Iva soprattutto sui beni di lusso e spostare la fiscalità sulla rendita e sulle attività finanziarie speculative. Mi rendo conto che non è semplice, anche perché Obama, che aveva promesso grandi riforme a cominciare dalla Volcker rule cioè la separazione tra banche commerciali e d’investimento, si è fatto bloccare dalle lobby di Wall Street in una furibonda spaccatura della business community statunitense che non si vedeva da tempo”.
di Andrea Di Stefano