L’assessore Simone Bacci è stato defenestrato perché “ha manifestato diversità di orientamenti e di vedute nel governo dell’Ente”, venendo meno “il rapporto fiduciario di collaborazione alla base della nomina”. A Ligonchio, paesino di alta montagna in provincia di Reggio Emilia con poco più di 900 anime, la giunta comunale perde un pezzo.
Un mese fa ilfattoquotidiano.it aveva raccontato l’illegalità in quel piccolo comune, tra abusi edilizi, appalti concessi senza requisiti, aggressioni verbali e fisiche ad un vigile, Azeglio Baccini, che ebbe il coraggio di denunciare. E l’assessore Bacci avrebbe così chiesto a Giorgio Pregheffi, sindaco in quota Pd, le ragioni di tale lassismo e lentezza nell’accertamento di eventuali illegalità.
A Ligonchio, infatti, si erano verificate alcune anomalie nella concessione di appalti alla ditta Zambonini, che era senza i requisiti oggettivi e soggettivi. Il titolare era stato condannato con sentenza definitiva per detenzione e porto abusivo di arma da fuoco alla pena di sei mesi di reclusione, e non avrebbe inoltre assolto agli obblighi Inps e Inail. Ma nonostante le segnalazioni fatte da Baccini, verranno concessi alla ditta altri appalti nei successivi anni.
Intanto le comunicazioni di illeciti fatte dal vigile porteranno a due aggressioni fisiche e verbali, che sono ora al vaglio della magistratura. Ma oltre a problemi di appalti, vengono riscontrati nel 2002 anche abusi edilizi eseguiti su un fabbricato edificato negli anni Sessanta. L’edificio, che contiene diversi bovini e altri animali, sarebbe, infatti, stato ampliato con pareti di lamiera e mattoni o legno, alluminio e formica, con copertura in eternit e travatura in legno, adibito a ricovero bestiame. Nel febbraio 2010 è arrivata a Ligonchio Striscia la Notizia, che ha realizzato un servizio portando in evidenza la situazione del capannone, facendo vedere le condizioni non ottimali degli animali e del capannone stesso. In quella circostanza anche la troupe di canale 5 venne aggredita dai Zambonini.
Tutti elementi che l’assessore Simone Bacci ha portato in giunta. E il Comune di Ligonchio ha diramato una nota in cui annuncia la revoca dell’assessore. Il sindaco, legittimamente, avrebbe dunque firmato il provvedimento, lasciando scoperta la poltrona di assessore ai lavori pubblici, edilizia e ambiente. Presto si procederà alla nomina di un nuovo assessore in sostituzione e per riassegnare le deleghe.
Bacci continuerà, comunque, a fare politica, essendo consigliere comunale. “Rimarrò consigliere e farò opposizione”, dichiara, sottolineando come già un mese fa, insieme ad un altro assessore, aveva pubblicamente dichiarato la sua divergenza d’opinione sull’amministrazione del Comune. Non a caso in una giunta composta da cinque assessori, le decisioni finivano sempre 3 a 2. È proprio dopo aver portato davanti agli altri colleghi il discorso relativo all’abuso edilizio della famiglia Zambonini e agli appalti anomali, che ci sarebbero stati i primi sentori di revoca.
Bacci, in una nota, dichiara che “dalle parole scritte dal sindaco si evince una certa insoddisfazione per chi non ha un pensiero allineato e coperto con quello imposto dalle segreterie di partito. È più facile e conveniente, in virtù di un impegno part-time, amministrare con la supervisione di un ente secondario e circondati da “yes man” che confrontarsi con persone che esprimono opinioni e idee differenti, quindi “pensanti” ”.