E così, mentre la maggioranza (se così si può ancora definire) continua a sfasciarsi per una manovra che non trova una sua quadratura, è l’Italia che lavora a testa bassa a dare lezioni (anche di stile) ai Palazzi della politica. Una lezione che stavolta arriva dalla terra di Sardegna, in questa comunità di pastori. Dopo vent’anni alle dipendenze di un altro pastore e imprenditore del posto e nonostante la feroce crisi economica, Franca ed Emilio hanno deciso di mettersi in proprio. E anche di raccontarsi su Internet, aprendo un videoblog con servizio di e-commerce. Su Sardiniafarm.com si può adottare una pecora a distanza: per un versamento di 390 euro è possibile ricevere quattro forme di pecorino, oppure due cesti di prodotti tipici con olio, vino, mirto e i dolci cucinati dalla signora Franca. “Abbiamo deciso di investire sulle nuove tecnologie quasi per una scelta obbligata. Il costo del latte per noi produttori è di 30 centesimi, come trent’anni fa. Grazie a Internet oggi lo riusciamo a vendere a 80 centesimi al litro”, mi ha detto Franca.
Oggi la famiglia Concas ha cento pecore. Emilio pascola il gregge su venti ettari vicino casa, Franca e i quattro figli curano il sito e le spedizioni. Chi fa l’acquisto online può scegliere anche il nome della pecora e la può seguire nel videoblog di Emilio. Dal virtuale al reale: ogni cliente può recarsi quando vuole sul posto per seguire le fasi del ciclo dell’allevamento.
Franca ed Emilio stanno spingendo gli altri pastori produttori a mettersi in rete. A fare rete. Attenzione però. A Gergei arriva la banda larga, ma ancora una parte della Sardegna (e del Paese) è tagliata fuori. Eccezion fatta per i distretti industriali, in alcune realtà dell’entroterra si naviga ancora a 56K.