È dall’Ottobre del 1917 che un gruppo minoritario, facinoroso e sostanzialmente antidemocratico di russi non ci dava tanta soddisfazione, come i sei rampolli, scesi in Costa Smeralda dai ghiacci ad alto reddito di Mosca, che si sono bevuti in una sola sera, al Billionaire dello zar Flavio Briatore, 92 bottiglie di Cristall, più un paio di magnum, più gli spiccioli di una bottiglia di Chivas Regal, e se la sono filata all’alba senza pagare il conto da 86 mila euro.
Immemore dei ricorsi della Storia, Briatore se l’è presa con gli ultimi della fila, i camerieri, colpevoli di non aver controllato quella compagnia di briganti – tre uomini, tre donne, sbarcati da uno yacht di 70 metri, il Kismet – che da mezzanotte alle sei del mattino hanno allagato di champagne e risate lo scrigno più costoso del Billionaire, quel privé custodito dai body guard e che un tempo ospitava la crema della Costa, cioè Lele Mora con i suoi ganzi e Emilio Fede esperto in previsione del tempo, concorsi di bellezza e prestiti infruttiferi. Briatore si lagna della stangata: a ognuno la sua crisi.
Siamo ancora in tempo a destinare un centesimo a testa – con la prossima Manovra – per pagargli almeno il parrucchiere.
Il Fatto Quotidiano, 24 agosto 2011