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Libia, ancora battaglia a Tripoli <br/> Taglia da 1,6 milioni di dollari sul Rais

Nel giorno in cui quattro giornalisti italiani sono stati rapiti a 50 km da Tripoli, nella capitale si continua a combattere. Scontri sono stati registrati anche attorno al bunker di Gheddafi espugnato ieri dai ribelli e il Consiglio nazionale transitorio stima in più di 400 i morti dall’inizio della battaglia nella capitale, tre giorni fa.

La caccia al Rais per ora non ha portato ad alcun risultato, nonostante sulla sua testa il Cnt abbia messo una taglia da 1,6 milioni di dollari. Dal canto suo il Colonnello ha fatto sentire la sua voce con un messaggio audio in cui ancora una volta ha lanciato un appello a ripulire Tripoli dai “ratti”. Ovvero dagli insorti. Che, secondo la Cnn, sono supportati sul campo da forze speciali di Francia, Gran Bretagna, Qatar e Giordania. Intanto si muove la diplomazia per il post Gheddafi. Il presidente francese Nicolas Sarkozy, che oggi ha incontrato il presidente del Cnt Mustafa Abdel Jalil, ha annunciato che l’1 settembre si terrà a Parigi una conferenza internazionale sulla Libia. Stasera si riunisce il Consiglio di sicurezza dell’Onu, mentre domani Silvio Berlusconi incontrerà il primo ministro del Cnt Mahmoud Jibril.

La cronaca della giornata ora per ora

23.44 – Onu pronta a sbloccare i beni del regime. Ma non c’è unanimità

Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si riunirà domani per votare lo scongelamento di alcuni fondi in asset libici, bloccati dalle sanzioni internazionali. Gli Usa chiedono di utilizzare 1,5 miliardi di dollari, anche se il Sudafrica ha dubbi e punta a un approccio diverso con una cifra più piccola, di 500 milioni di dollari (clicca e leggi l’articolo sul vertice).

23.33 – Italiani rapiti, Quirico chiama casa: “Stiamo bene”

Domenico Quirico della Stampa, uno dei 4 giornalisti italiani rapiti in Libia, ha potuto chiamare a casa per confermare che stanno bene. Lo riferiscono colleghi del giornalista via Twitter. Gli altri colleghi sono Claudio Monici di Avvenire e i due inviati del Corriere della Sera, Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcina.

21.58 – Giornalisti rapiti, la Ue chiede “rilascio immediato”

“Siamo molto preoccupati” per le notizie relative al rapimento dei giornalisti italiani e “chiediamo il loro immediato rilascio”. Questo è il commento raccolto da Michael Mann, il portavoce dell’Alto rappresentante Ue per la Politica estera e la Sicurezza Catherine Ashton in relazione al rapimento dei quattro giornalisti italiani avvenuto in Libia.

20.53 – Assaltata ambasciata venezuelana a Tripoli

Hugo Chavez, uno dei pochi leader del mondo ad essere ancora vicino a Muammar Gheddafi, ha denunciato che l’ambasciata venezuelana a Tripoli è stata “assaltata e saccheggiata”. Il presidente venezuelano ha chiesto protezione per l’ambasciatore e per il suo staff. Chavez, dopo aver parlato con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, si è detto preoccupato per le sorti della Libia : “La crisi della Libia non finisce con la caduta del governo di Gheddafi, ma è appena iniziata”.

20.48 – Ue: positivo il summit di Parigi

“Il lavoro in corso per assicurare un futuro alla nuova Libia è accolto con favore dall’Ue” ha detto il portavoce dell’Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza comune Catherine Ashton.

20.15 – Vice capo dell’intelligence lascia Gheddafi

Il vice capo dell’intelligence, generale Khalifah Mohammed Ali, ha abbandonato il suo incarico ed è passato con i ribelli libici. Ad annunciarlo è stato lo stesso ufficiale in una intervista ad Al Arabiya. “Sono al servizio della Nazione – ha dichiarato – e chiedo ai generali e ai soldati che sono figli della Libia di sposare la causa della rivoluzione del 17 febbraio”.

20.06 – Rapiti quattro giornalisti italiani

Sono stati rapiti quattro giornalisti italiani. Si tratta di due inviati del Corriere della Sera, Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcina, Claudio Monici di Avvenire e Domenico Quirico della Stampa. La Farnesina è già al lavoro.

19.30 – Feriti due giornalisti francesi

Due giornalisti francesi sono rimasti feriti a Tripoli negli scontri intorno al quartier generale di Gheddafi, ma non sono in pericolo di vita. Lo riferiscono le due testate per cui lavorano, l’emittente televisiva pubblica France 2 e il settimanale Paris Match, precisando che i due saranno presto rimpatriati. Alvaro Canovas, fotografo, è stato colpito da un proiettile di kalashnikov alla coscia, durante l’ingresso dei ribelli nel compound.

19.23 – Sarkozy: non ci sono truppe francesi in Libia

Nicolas Sarkozy smentisce categoricamente la presenza di “forze speciali” francesi in Libia. “Abbiamo degli osservatori per avere informazioni ma non forze speciali”.

19.12 – Conquistata base militare a Zuwara

I ribelli libici sono riusciti a prendere il controllo della base militare di Mazraq al-Shams, a Zuwara, dove erano in corso intensi scontri da questa mattina.

18.54 – Jibril: “La battaglia non è finita”

Il presidente del Cnt, Mustafa Abdel Jalil, ha ringraziato “la Francia per il suo impegno, fin dalla prima ora al nostro fianco per liberare la Libia”. Ma per Jalil la “battaglia per liberare la Libia non è ancora finita”, perchè “nel sud del Paese ci sono ancora sacche di resistenza” dei fedelissimi di Gheddafi. Ma assicura che il Rais avrà un processo giusto.

18.40 – Concluso vertice Jibril – Sarkozy

Al termine dell’incontro all’Eliseo con il presidente del Cnt di Bengasi, Mustafa Abdel Jalil, il presidente Sarkozy ha detto: “La Francia sarà sempre al fianco dei paesi arabi che vogliono la democrazia”. Sarkozy ha ringraziato il Qatar per essere intervenuto in Libia, perché in questo modo “la coalizione per liberare la Libia non è una cosa che riguarda solo l’Occidente”. Il 1 settembre sarà convocata a Parigi una conferenza internazionale sulla Libia, aperta al presidente del Cnt. La Francia si è impegnata ad essere in prima fila nella ricostruzione del paese dopo il conflitto.

18.27 – L’Onu darà al Cnt i beni bloccati a Gheddafi

Alle 21, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà per sbloccare i soldi delle sanzioni fatte a Gheddafi in precedenza (circa 1,5 miliardi di dollari) e darle al Consiglio Nazionale di Transizione. I fondi al momento bloccati sarebbero utilizzati per acquistare benzina e altro materiale necessario alla popolazione civile, non per le attività militari.

18.03 – Al sicuro, l’arsenale libico di armi di distruzioni di massa

Il Pentagono annuncia che il grande arsenale libico di armi di distruzione di massa, è al sicuro. “Gli Stati Uniti sanno dove si trova” – ha spiegato il colonnello Dave Lapan – “Ma non si può dire lo stesso dell’arsenale di migliaia di missili anti-aerei portatili, come gli Usa Stinger”. Secondo la Casa Bianca, Gheddafi si trova ancora in Libia.

17.24 – La Cina apre al Cnt

Anche la Cina, che aveva criticato i raid aerei della Nato in appoggio alle forze anti-Gheddafi e si era astenuta sulla risoluzione dell’Onu che ha autorizzato l’intervento militare, ha riconosciuto il consiglio nazionale di transizione. In un comunicato, il portavoce del ministero degli Esteri, Ma Zhaoxu ha detto che “Pechino rispetta le scelte del popolo libico e si augura uno stabile passaggio dei poteri”.

17.16 – Possibile negoziato per cessare il fuoco

Il figlio di Muammar Gheddafi, Saadi, ha dichiarato alla Cnn di volere “negoziare il cessate il fuoco, per evitare ulteriori spargimenti di sangue”. Saadi starebbe tentando di entrare in contatto con le autorità Usa e con il fronte dei ribelli per negoziare. Mentre la sorella, Aysha Gheddafi, ha invitato i libici a unirsi e combattere contro la Nato.

17.09 – Il Cnt vuole riaprire gli impianti petroliferi

Il Consiglio nazionaletransitorio (Cnt) dei ribelli libici ha chiesto ai lavoratori di riaprire gli impianti petroliferi di Brega e Ras Lanuf.

16.50 – “Gheddafi è finito” secondo il ministro degli esteri libico

Il ministro degli esteri libico, Abdul Ati al-Obeidi, ha detto che il colonnello Gheddafi ha esaurito tutte le opzioni e che la sua presa sul paese è “finita”. Il politico 72enne, parlando da un’abitazione di Tripoli, ha affermato di non essere più in contatto con alcun ministro.

16.29 – I lealisti si ritirano dall’hotel Rixos

Le forze lealiste si stanno ritirando dall’hotel Rixos e i giornalisti internazionali, da giorni in ostaggio dei fedeli di Gheddafi, stanno lasciando l’hotel.

15.55 – CNN: Forze di terra Nato in Libia

La tv statunitense CNN ha annunciato che forze speciali di Gran Bretagna, Francia, Giordania e Qatar sono sul terreno libico per aiutare i ribelli. Un ufficiale della Nato ha assicurato che alcune di queste unità hanno viaggiato insieme ai ribelli mentre avanzavano verso Tripoli. Tra i compiti delle forze speciali multinazionali, il supporto all’organizzazione delle truppe dei ribelli e al mantenimento delle comunicazioni. Le unità del Qatar e della Francia hanno fornito anche armamenti agli insorti, e secondo il London Evening Standard, i militari quatarioti sarebbero stati i primi a entrare nella residenza privata del leader libico a Bab al Aziziya, per cercare computer e documenti.

15.38 – Taglia su Gheddafi

Il presidente del Cnt, Mustafa Abdel Jalil, lancia un appello ai lealisti: “Chiunque catturerà o ucciderà Muammar Gheddafi sarà graziato dagli insorti” e offre 1,6 milioni di dollari a chiunque lo catturi o lo uccida.

15.27 – Bombardato l’aeroporto di Tripoli

Le forze lealiste hanno bombardato la zona dell’aeroporto e il centro di Tripoli, compresa l’area del bunker di Muammar Gheddafi, espugnato ieri dagli insorti.

14.41 – Razzi contro i ribelli a Zuwara

Intensi scontri a fuoco tra ribelli e forze fedeli a Gheddafi sono in corso nella città di Zuwara, nella Libia nord occidentale, a 60 chilometri dal confine con la Tunisia. Lo riferisce la radio dei ribelli, secondo cui le forze lealiste usano lanciarazzi Grad per bombardare gli insorti.

14.21 – Forze Gheddafi bombardano centro Tripoli e compound

Bombardamenti da parte delle forze lealiste sono in corso nelle zone centrali di Tripoli, secondo quanto afferma un portavoce dei ribelli. Tra gli obiettivi dei colpi d’armi pesanti c’è ancora il compound di Bab al Aziziya, espugnato ieri dalle forze anti-regime.

13.37 – Inviato Bbc in hotel Rixos: “Situazione disperata”

La situazione all’Hotel Rixos di Tripoli, dove una trentina di giornalisti stranieri sono bloccati da uomini armati, è “disperata”. Lo ha riferito l’inviato della Bbc, Matthew Price, anch’egli ostaggio in albergo. “La situazione si è molto deteriorata nella notte quando abbiamo realizzato che non potremo lasciare l’hotel di nostra volontà”, ha detto il giornalista spiegando che “gli uomini armati pattugliano i corridoi. Penso che ci siano ancora dei cecchini sul tetto e i nostri movimenti sono molto limitati”. “I giornalisti sono molto nervosi. Un Ak47 è stato appena puntato su un cameraman della tv britannica Itn. Una guardia gli si è avvicinata e l’ha spinto indietro puntandogli l’arma contro. Poi tutto si è concluso in modo amichevole. Per il momento è veramente difficile prevedere come ne usciremo”, ha concluso Price.

13.36 – Ribelli: “Gheddafi potrebbe essere nel sud di Tripoli”

Gheddafi potrebbe essere nascosto da qualche parte nella zona sud di Tripoli, dove sono in corso combattimenti tra i ribelli e le forze lealiste. E’ quanto affermano alcuni ufficiali dei rivoltosi, secondo quanto riporta Al Arabiya. Proprio nella zona meridionale della capitale vicino al compound di Bab al Aziziya, c’è l’hotel Rixos, teatro di scontri e dove 35 giornalisti stranieri sono tenuti bloccati dalle forze del Colonnello.

13.12 – Violenti combattimenti in quartiere Bab al Aziziya

Violenti combattimenti si verificano in queste ore nel quartiere di Bab al Aziziya, a Tripoli, dove sorge il compound-fortezza di Muammar Gheddafi preso ieri dai ribelli. Lo ha constatato l’Afp sul posto. Una spessa colonna di fumo si innalza dal settore del compound, dove sono stati segnalati tiri di armi leggere, di mitragliatrici pesanti, di Rpg e di mortaio, mentre gli scontri si sono allargati anche al vicino quartiere di Abu Slim da dove i ribelli si stavano ritirando. Alcuni combattenti hanno detto di procedere a una manovra per tentare di prendere i lealisti alle spalle, nel settore vicino all’hotel Rixos, dove una trentina di giornalisti stranieri sono confinati da uomini armati.

13.06 – Cnt: “Gheddafi suicida se non potrà fuggire”
Muammar Gheddafi ”si toglierà lavita se capirà che non ha più via di uscita”: lo ha detto il vice rappresentante permanente del Cnt all’Onu Ibrahim Dabbashi alla Bbc World Service.

13.06 – Russia: “Gheddafi mantiene potere, ci sono di fatto due poteri”
Muammar Gheddafi conserva “influenza” in Libia e, nonostante l’ingresso trionfale dei ribelli, a Tripoli “di fatto nel paese vi sono due poteri”. E’ questo il giudizio, in netto contrasto con quanto espresso in queste ore dagli altri leader internazionali, che dà della situazione in Libia il presidente russo Dmitri Medvedev. Parlando ai giornalisti dopo l’incontro con il leader nordcoreano Kim Jong Il, il presidente russo ha detto che i ribelli devono mostrare “forza di volontà sufficiente” per riunire il paese con il sostegno di “principi democratici”. A queste condizioni, la Russia sarebbe disposta a stabilire relazioni con il nuovo governo libico: “in questo momento, la situazione non è per nulla cambiata”, ha aggiunto però Medvedev.

12.50 – UE: “Pronti aiuti umanitari”
L’Unione europea si è “preparata per mesi” ed ora è pronta a distribuire gli aiuti umanitari a Tripoli. Lo ha reso noto un portavoce della Commissione europea precisando che sono tre i settori d’intervento immediato: assistenza chirurgica e forniture mediche a supporto degli ospedali libici “sommersi da feriti”, protezione dei civili con operazioni di sminamento e individuazione dei rischi per facilitare il rientro nelle abitazioni, aiuti ai rifugiati. Degli 80 milioni di euro di aiuti stanziati per gli aiuti in Libia, secondo quanto affermato a Bruxelles, 10 milioni sono stati tenuti di riserva per fronteggiare le necessità legate alla ‘conquistà della capitale libica. Stock di aiuti medici, secondo quanto riferito dal portavoce Olivier Bailly, sono stati da tempo già dislocati nell’est del paese ed ora “sono pronti per la distribuzione” attraverso la Croce Rossa internazionale, le agenzie delle Nazioni Unite ed il personale delle Ong presenti in Libia.

12.22 – Al Jazira: “Razzo caduto vicino hotel Rixos”
Un razzo sparato dal quartiere Abou Slim, vicino al compound di Bab al-Aziziya, l’ex quartier generale del colonnello Muammar Gheddafi a Tripoli, è caduto nel perimetro dell’hotel Rixos, all’interno del quale da domenica 35 giornalisti stranieri sono praticamente tenuti in ostaggio dalle forze lealiste. Lo ha riferito l’inviato della tv ‘al-Jazeera’ a Tripoli, secondo uno di questi razzi ha colpito anche il compound. L’inviato ha comunque smentito che l’albergo sia l’obiettivo dell’attacco dei miliziani filogheddafiani, che dopo la presa di Bab al-Aziziya, si sono rifugiati nel quartiere adiacente di Abou Slim lanciando razzi in modo indiscriminato.

12.09 – Reuters: “Spari dall’area dell’hotel Rixos”
Colpi di armi pesanti sonostati uditi a Tripoli provenienti dalla zona dell’Hotel Rixos, l’albergo dei giornalisti -non lontano dal compound di Bab al Aziziya- dove da due giorni sono bloccati diversi reporter stranieri. Lo riferiscono giornalisti della Reuters sul posto.

12.01 – Dissidente: “Gheddafi in Libia o in Ciad”
“Gheddafi si trova in Libia, a Tripoli o a Sebha, nel sud, dalla quale potrebbe fuggire verso il Ciad”. E’ quanto sostiene il dissidente libico Salem Bunuara che in un’intervista ad AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL esclude che il colonnello libico possa aver già varcato il confine. “Tutte le strade sono presidiate – afferma – è difficile muoversi senza passare inosservato con un clan di 37 persone al seguito”.

11.42 – Gb, Downing Street non sa dove sia Gheddafi
Downing Street non sa dove sia nascosto il colonnello Gheddafi. Lo ha detto una fonte del governo britannico dopo la riunione di stamattina del Consiglio per la Sicurezza Nazionale.

11.30 – Delegazione Cnt diretta a Tripoli via Misurata
Per la prima volta dall’inizio del conflitto in Libia, lo scorso 17 febbraio, una delegazione del Consiglio Nazionale Transitorio ha lasciato Bengasi diretta a Tripoli, dove arriverà per via aerea via Misurata, roccaforte dei ribelli libici in Tripolitania: lo ha riferito ‘al-Arabiya’, emittente televisiva satellitare di Dubai, citando fonti insurrezionali. Per il definitivo trasferimento del Cnt dalla ‘capitale’ della Cirenaica a quella nazionale occorrerà invece attendere, con ogni probabilità, il prossimo fine settimana.

11.05 – Sarkozy incontra Jibril alle 17 all’Eliseo
Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, riceve questo pomeriggio alle 17 e 45 all’Eliseo, Mahmoud Jibril, primo ministro del Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt) “per un incontro dedicato alla situazione in Libia ed all’azione della comunità internazionale per sostenere la transizione politica verso una Libia libera e democratica”.
Lo ha annunciato questa mattina un comunicato dell’Eliseo. Al termine dell’incontro, Sarkozy e Jibril si presenteranno davanti ai giornalisti per una conferenza stampa congiunta e per il capo dell’Eliseo sarà la prima occasione di commentare pubblicamente la caduta, tuttora in corso, del regime di Gheddafi. La Francia è stata la prima potenza occidentale a riconoscere il CNT come unica autorità legittima della Libia.

10.53 – Incontro Berlusconi-Jibril domani in prefettura a Milano alle 12.30
Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi incontrerà domani mattina in Prefettura a Milano il primo ministro del Consiglio Nazionale Transitorio libico, Mahmud Jibril.
Secondo quanto si è appreso l’incontro averrà tra le 12 e le 13. Berlusconi e Jibril, al termine, incontreranno la stampa per una dichiarazione.

10.23 – Ambasciata verso cambio bandiera a Mosca
Possibile imbarazzante cambio di bandiera all’ambasciata libica in Russia, Paese che per ora non riconosce la vittoria dei ribelli nè la legittimità del Cnt come unico rappresentante del mondo libico: la sede diplomatica di Tripoli, infatti, potrebbe cambiare bandiera già oggi. “Per ora, sono appese le vecchie bandiere. Non è escluso che la loro sostituzione avvenga oggi, e sarà una nuova bandiera dello Stato della Libia”, ha riferito all’agenzia Interfax l’ambasciata libica a Mosca. La Russia finora ha mantenuto il silenzio ufficiale sugli ultimi sviluppi in Libia, dove sperava di poter giocare un ruolo da protagonista grazie alla sua mediazione tra le parti in conflitto. Una partita che rischia di vederla ora marginalizzata dal futuro del Paese nordafricano, dove aveva forti interessi legati all’energia e alle forniture belliche.

09.20 – Lega araba invita Cnt a riunione sabato al Cairo
La Lega Araba ha invitato il Consiglio Nazionale Transitorio (Cnt) di Bengasi, in rappresentanza della Libia, a partecipare alla speciale sessione ministeriale che si terrà sabato prossimo al Cairo: lo ha annunciato il primo ministro del Qatar, Hamad bin Jassem al-Thani, secondo cui il Cnt potrà occupare il seggio riservato al Paese nord-africano, attualmente vacante. Il governo-ombra istituito dai ribelli libici ha già ottenuto il riconoscimento di 39 Paesi stranieri, otto dei quali arabi.

09.08 – Portavoce insorti lancia mesaggio anche a Israele
Un appello a Israele a ”usare la sua influenza” per favorire la caduta del regime di Mummar Gheddafi è stato lanciato anche verso Israele da uno dei portavoce degli insorti, Ahmad Shabani, in un’intervista pubblicata oggi dall’edizione online del giornale Haaretz. Nel colloquio Shabani – fondatore a Londra del Partito Democratico di Libia e figlio di uno dei ministri dell’ultimo governo monarchico di Tripoli, abbattuto a fine anni ’60 dalla rivoluzione gheddafiana – apre anche un mezzo spiraglio a un possibile futuro riconoscimento d’Israele: Paese con cui la Libia non ha alcun rapporto diplomatico formali. “Noi per ora chiediamo a Israele di usare la sua influenza nella comunità internazionale per mettere fine al regime tirannico di Gheddafi e famiglia”, afferma l’oppositore. Poi, interpellato sulle prospettive d’un riconoscimento, ammette che si tratta di “una questione molto sensibile” all’interno del composito fronte dei ribelli libici, ma senza chiudere la porta. “Bisognerà vedere se Israele riconoscerà noi”, si limita a puntualizzare. In ogni modo, Shabani si dice convinto che la maggioranza dei gruppi che animano la rivolta in Libia sia favorevole alla soluzione dei due Stati per il conflitto israelo-palestinese, “con Israele e uno Stato di Palestina che vivano in pace fianco a fianco”, e non all’idea d’una Isratina: nome con cui Gheddafi aveva fatto suo l’eccentrico progetto di uno Stato unito binazionale fra Giordano e Mediterraneo.

08.58 – Missili Scud contro Misurata
Diversi missili Scud sono stati lanciati nella notte contro Misurata, la città 200 chilometri ad est di Tripoli in mano agli insorti. Lo ha riferito una nota del centro informazioni del Consiglio militare di Misurata, secondo cui i missili sono stati lanciati da Sirte, la roccaforte governativa dove nelle ultime ore sembra abbiano ripiegato le milizie fedeli a Muammar Gheddafi.

08.09 – Forti esplosioni nella capitale
Le esplosioni, in rapidasuccessione, hanno fatti tremare i muri degli edifici a chilometri di distanza. L’area colpita è presumibilmente nella zona di Abu Slimi, che sarebbe il prossimo obiettivo dell’avanzata degli insorti. Lungo la strada che porta dal compound di Gheddafi (devastato ieri) al famigerato carcere speciale del regime, passando per l’hotel Rixos dove si trovano gli inviati stranieri, si leva alta una colonna di fumo. Almeno un aereo Nato continua a sorvolare la Capitale.

08.07 – Jalil: “Vogliamo processare noi Gheddafi”
“L’epoca di Gheddafi è finita, anche se tutto si concluderà soltanto con la sua cattura e con la sua condanna per i crimini che ha compiuto”. Il presidente del Consiglio nazionale di transizione Mustafa Abdel Jalil, intervistato da Repubblica, spiega che che il Cnt è orientato a “giudicare il rais e la sua banda con un processo giusto, ma da svolgersi in Libia”.
“Voglio che li prendano vivi e che siano trattati diversamente da come il Colonnello trattava gli avversari”, anche se, ammette Jalil, “ho paura che qualcuno possa applicare la legge del taglione. Perciò ho chiesto ai nostri uomini che in queste ore combattono a Tripoli di non infierire sugli ex nemici. Gli ho detto di non farsi giustizia da soli”.
In merito all’annunciato arresto di due dei figli di Gheddafi, Saif Al Islam e Mohamad, “avremmo potuto imprigionarli – dice – ma volevamo che fossero trattati bene. I due fratelli erano stati semplicemente messi agli arresti domiciliari”. Sul futuro della Libia, “tra otto mesi si terranno le prime elezioni libere del nostro Paese. Vogliamo un governo democratico – sottolinea Jalil – e una Costituzione giusta. Soprattutto non vogliamo più essere isolati dal mondo”. A livello internazionale “la nuova Libia avrà forti relazioni con gli altri Paesi”, afferma il leader del Cnt. “Rispetteremo tutti i trattati presi in precedenza e assicureremo che vengano rispettati i diritti umani e lo Stato di diritto”. La Libia, aggiunge, “avrà relazioni speciali con i Paesi che hanno sostenuto la nostra lotta di liberazione dal suo inizio, e tra questi figura ovviamente anche l’Italia”.