L’inchiesta è condotta – sempre in base a quanto riportato dal sito online – dai magistrati Henry John Woodcock, Francesco Curcio e Vincenzo Piscitelli. Berlusconi sarebbe in questo caso parte offesa, come risulterebbe da alcune intercettazioni. In una di queste, risalente a luglio, Berlusconi è al telefono proprio con Lavitola. I due conversano sull’inchiesta P4 che coinvolge Luigi Bisignani. Secondo il settimanale Mondadori, Berlusconi si mostrerebbe tranquillo rispetto le vicende che toccano il suo fedelissimo, Gianni Letta.
L’estorsione, invece, ai danni di B. consisterebbe in un versamento di mezzo milione di euro a Giampiero Tarantini e un’altra serie di somme nei mesi successivi. I magistrati avrebbero appreso dei versamenti solo attraverso le intercettazioni. Non ci sarebbero, insomma, prove tangibili su conti correnti o altro. Il Cavaliere, sentito dai giornalisti di Panorama, ha dichiarato: “Ho aiutato una persona, Gianpaolo Tarantini, e una famiglia con bambini che si è trovata e si trova in gravissime difficoltà economiche. Non ho fatto nulla di illecito – continua – mi sono limitato ad assistere un uomo disperato non chiedendo nulla in cambio. Sono fatto così e nulla muterà il mio modo di essere”.
Vi sarebbero – secondo il giornale diretto da Giorgio Mulè – anche le prove di un passaggio di denaro tra Tarantini e Lavitola. Nelle numerose telefonate intercettate, i coniugi Tarantini e l’editore dell’Avanti, parlano di soldi, bugie e ricatti. I magistrati napoletani ipotizzerebbero che Tarantini abbia ricevuto dei soldi per continuare a dichiarare, nel processo barese in cui è indagato, che Berlusconi non sapeva di ospitare alle sue feste delle prostitute pagate dallo stesso Tarantini. In base alla Procura, i 500mila euro sarebbero serviti a convincere l’imprenditore pugliese la strada del patteggiamento in un procedimento in cui Tarantini sarebbe l’unico imputato. Patteggiamento che avrebbe “bloccato” la diffusione di intercettazioni imbarazzanti per Silvio Berlusconi. I magistrati sospettano anche che Lavitola abbia messo in atto un grosso raggiro nei confronti di Tarantini. Con l’editore che avrebbe trattenuto 400 mila euro dei 500mila destinati al secondo. Lavitola avrebbe, poi, dirottato i soldi su fondi e in altre operazioni finanziarie.