Lo molla anche Formigoni, salvo poi fare marcia indietro. “Berlusconi entro Natale si ritiri, solo così il Pdl può ancora vincere”. Il presidente della Lombardia, lancia la bomba da Rimini, lo fa durante una cena, i cui particolari sono stati riportati oggi da Repubblica. Lo fa a margine del meeting di Comunione e liberazione, kermesse estiva dove il Cavaliere, prima di quest’ultima edizione dell’evento, ha sempre avuto grandi riscontri. Il “leader” di Cl va giù duro: “Se il premier facesse un gesto simile – dice Formigoni – raccoglierebbe l’approvazione di larga parte dell’elettorato del centrodestra che lo ringrazierebbe per aver consegnato all’Italia un partito come il Pdl”. E aggiunge: “Penso al contrario che qualsiasi altra ipotesi, che non preveda il ritiro di Berlusconi e lo svolgimento di una consultazione nel partito per scegliere il prossimo candidato premier, finirebbe per consegnare l’Italia al centrosinistra”. Poi dopo l’auspicio, afferma ancora: “Se Berlusconi si ritirasse diventerebbe più facile anche il dialogo con le altre forze moderate”.
Il governatore fa riferimento ai partiti di centro e ad alcune parti del Pd: “Udc e Rutelli e alcune frange del Partito democratico”. “Forze che sarebbero disposte a entrare in una coalizione moderata. Ma è evidente che oggi – continua – la prima domanda che ci fanno è: con quale candidato premier?”. Ma non è tutto. Formigoni si addentra nell’analisi di quelli che sono i malumori dell’elettorato del Pdl. “Il caso di Nicole Minetti ha pesato più del caso Ruby – dichiara – chi poteva sapere che la candidata alla Regione Lombardia non era solo la protagonista di un programma tv. Gli elettori moderati sono rimasti colpiti per il fatto che la Minetti la stanno pagando i contribuenti”. E a chi da tempo lo indica tra i possibili leader del centro-destra, l’ex democristiano risponde: “Ho fatto dei sondaggi e ho scoperto di essere forte nel Nord e abbastanza forte nel Sud, mentre, forse paradossalmente, la mia debolezza è proprio nell’ex Stato Pontificio”.
Ma oggi Formigoni ci ripensa e smentisce quanto scritto dal giornale di Ezio Mauro. “Il mio pensiero è stato stravolto afferma -. Silvio Berlusconi è l’unico leader del centro-destra. Il solo pensiero che possa dimettersi in un momento così delicato e complesso della politica e dell’economia internazionale, è fuori da ogni ragione e procurerebbe gravi danni al Paese”. Inoltre sul futuro del partito e la sua leadership, il governatore frena la sua “autocandidatura”. “Il Pdl – spiega – ha imboccato la giusta strada di un rinnovamento profondo con l’elezione di Alfano a segretario politico nazionale, la scelta del metodo dell’elezione diretta dal basso dei segretari politici locali e la scelta di elezioni primarie per le cariche elettive”. E si propone solo come architrave del rinnovamento all’interno del Pdl: “La mia ambizione, che è anche il mio dovere, è quella di contribuire al processo di rinnovamento del mio partito, ancorandolo sempre più alla nostra base elettorale e ai valori del Ppe”.