Altro che crisi. I soldi per la Casta della politica ci sono sempre, almeno stando a quanto rivela l’ultimo numero in edicola del settimanale l’Espresso: 160 millioni di euro sarebbe la somma destinata dal governo alla creazione di un nuovo ente parastatale, la cui presidenza e direzione sarebbe affidata ad Aldo Brancher. Cioè il deputato del Pdl condannato in via definitiva per ricettazione e appropriazione indebita proprio all’inizio del mese di agosto e di recente tirato in ballo anche dall’imprenditore Di Lernia nello scandalo delle tangenti per l’assegnazione delle commesse di Enav e Selex.
“L’ente – scrive il settiminale – si chiama Odi (Organismo di indirizzo) ed è stato istituito il 14 gennaio 2011 con un apposito decreto firmato nientemeno che da Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti.” Richiamandosi a una norma “nascosta” nella finanziaria del 2010 (l’articolo 2, comma 107, lettera h’), il presidente del Consiglio e il ministro dell’Economia “autorizzano – continua L’Espresso – la spartizione di 160 milioni tondi entro la fine di quest’anno. I soldi sono destinati ai soli comuni veneti e lombardi delle fasce di confine con Trento e Bolzano”, per frenare “la mini-secessione dei centri di montagna che progettavano di abbandonare le regioni padane per entrare nelle ricche province a statuto speciale”. Il tutto viene a galla proprio ora, nei giorni in cui si discute delle modifiche alla monovra che mette pesantemente le mani nelle tasche degli italiani.
Alla presidenza dell’Odi, il nuovo ente che si occuperebbe di “fissare gli indirizzi per distribuire i soldi ai Comuni”, ma anche a capo della “Commissione di approvazione dei progetti che valuta concretamente quali giunte beneficiare e con quanto denaro” – rivela il settimanale – Berlusconi avrebbe deciso di mettere Aldo Brancher. L’uomo che è stato anche uno dei Ministri con il mandato più breve della storia: nel giugno dello scorso anno ebbe la delega per l’attuazione del federalismo. All’epoca era sotto processo per i fatti relativi alla scalata Antonveneta e si avvalse della legge sul legittimo impedimento per non presentarsi in udienza. Solo dopo molte polemiche e la censura del Capo dello Stato Giorgio Napolitano Brancher si era dimesso, il 5 luglio dello scorso anno, esattamente 17 giorni dopo la sua nomina.
L’obiettivo dell’operazione sarebbe, secondo l’Espresso, “allevare una corte di politici locali, che si segnalano per il convinto appoggio a mostruose speculazioni edilizie.”