Un nuovo raid aereo israeliano si è abbattuto nel tardo pomeriggio di oggi sulla Striscia di Gaza causando – riferiscono fonti mediche – la morte di un uomo e ferendone un altro, entrambi indicati come miliziani della Jihad Islamica. Si tratterebbe, fanno sapere da Tel Aviv, di un attacco mirato alle postazioni di lancio dei missili palestinesi. Da qui nel pomeriggio erano partiti quattro razzi Qassam caduti in zone disabitate del Neghev e dell’area di Ashkelon, a sud della capitale. In totale è di tre morti e di una ventina di feriti il bilancio degli attacchi israeliani delle ultime 24 ore.
I lanci israeliani sono arrivati nonostante la tregua di fatto concordata tacitamente con Hamas nei giorni scorsi, dopo una settimana di escalation di scontri. Anche la Jihad Islamica – la più estremista delle fazioni Palestinesi di Gaza, che in un primo momento si era dissociata dalla tregua – giovedì pomeriggio aveva annunciato la disponibilità ad aderire ad una sospensione delle ostilità. “Se Israele porrà fine ai suoi attacchi, la resistenza palestinese interromperà i lanci di razzi: noi non vogliamo una escalation, ma risponderemo alla minima aggressione sionista”, aveva riferito un portavoce da Gaza City.
Una timida apertura arrivata meno di un’ora prima del nuovo attacco da parte dello Stato ebraico, che ha colpito proprio due uomini della Jihad. Sale a dieci morti il bilancio dei palestinesi rimasti vittime degli attacchi di Tel Aviv da giovedì scorso, giorno dell’ attacco terroristico a due bus israeliani nei pressi della località turistica di Eilat, in cui erano morte otto persone.
Un’ora prima dell’ultimo raid il ministro delle Retrovie dello Stato ebraico, Matan Vilnai, aveva dichiarato: “Israele continuerà a colpire chi ci colpisce”, rivolgendosi in particolare proprio alla Jihad Islamica.