Oggi pubblico un saluto a Ferro Piludu, innovatore della grafica e infaticabile anarchico, morto domenica 21 agosto.
Mai di domenica, e forse anche Ferruccio (Ferro, per i compagni anarchici e gli amici) Piludu avrebbe dovuto seguire l’indicazione del famoso film. Così non è stato e domenica 21 agosto Ferro si è schiantato cadendo con il suo aliante a Ortona dei Marsi, vicino al Parco nazionale d’Abruzzo. Ferro aveva tre passioni: il volo a vela, la grafica e (last but not least) l’anarchia.
Nel mondo dei grafici romani Ferro era considerato uno dei capiscuola e un innovatore. Non a caso suoi lavori sono stati presentati al Museum of Modern Art di New York, alla Triennale di Milano, all’Internationalen Design Zentrum di Berlino. E aveva anche vinto il premio World Gold Cover per le copertine di quasi tutti i dischi di Sergio Endrigo. Ma questi per Ferro Piludu erano lavori, quelli con cui si guadagna per vivere e per poter lavorare gratuitamente alle cose che appassionano. E per lui voleva dire l’editoria anarchica.
Già agli inizi degli anni Settanta si avvicina alla redazione del settimanale Umanità Nova, testata fondata nel 1920 come quotidiano da Errico malatesta, uno dei nomi più importanti dell’anarchismo italiano. Ferro rinnova la veste grafica del settimanale. Poi nel 1973 si dedica anche all’impaginazione e alla veste grafica del mensile A rivista anarchica. Nella tipografia di Carrara fondata e gestista da anarchici si stampano i due periodici e in quella città così carica di ricordi di lotte libertarie Ferro imprime il suo slancio innovativo alle due testate.
All’inizio degli anni Ottanta rivoluziona la grafica del trimestrale Volontà, altra testata storica fondata nel 1946 da Giovanna Berneri (la vedova di Camillo Berneri ucciso nel maggio 1937 a Barcellona da sicari comunisti durante la guerra civile) e da Cesare Zaccaria. Poi nel 1981 le Edizioni Antistato pubblicano il suo libro per una grafica militante: Segno libero. Ripubblicato nel 1986 da Elèuthera. E per vent’anni Piludu progetterà le copertine di questa casa editrice libertaria, sicuramente la più conosciuta nel panorama editoriale italiano.
Infine il canto del cigno: nel 1999 Piludu progetta la grafica di un nuovo trimestrale: Libertaria, sottotitolo Il piacere dell’utopia. È la rivista in cui immette tutte le sue energie e formule inventive. Adesso questo percorso si è bruscamente interrotto.
Salud y anarquía Ferro Piludu.