La New York delle prossime 48 ore sarà molto diversa da quella trafficata e caotica che siamo abituati a vedere di solito in film e serie tv. Domani interi quartieri saranno completamente svuotati, e la città quasi blindata. Chiuse le linee metropolitane, alcune tratte ferroviarie e gli scali aeroportuali, con centinaia di voli cancellati. Tutto per colpa di Irene, l’uragano che si abbatterà sulla Grande Mela tra sabato e domenica portando venti di circa 90 miglia l’ora, oltre 140 chilometri orari.
Il sindaco Michael Bloomberg ha dichiarato lo stato di emergenza e ordinato l’evacuazione obbligatoria di alcune aree della città, quelle che si trovano più vicine al livello del mare e dove esiste un pericolo tsunami. Tra queste Battery Park a Manhattan, Coney Island a Brooklyn, parte del Queens.
“Non abbiamo mai effettuato una evacuazione obbligatoria prima d’ora e non l’avremmo fatta se non pensassimo che questa tempesta può essere molto seria”, ha spiegato il sindaco Michael Bloomberg, che ha dichiarato lo stato d’emergenza.
L’evacuazione coinvolgerà 250mila persone a partire da metà pomeriggio, quando in Italia saranno le 20.00. Ma il numero potrebbe salire ancora. Domani mattina saranno aperti 147 rifugi con acqua, cibo, torce e medicinali, in grado di accogliere fino a 71mila persone. Anche il Presidente Barack Obama ha invitato la popolazione a fare attenzione perché “Irene è estremamente pericoloso, di portata storica”. Il governatore democratico dello Stato, Andrew Cuomo, ha annunciato che è a rischio anche la circolazione sui ponti che collegano Manhattan al resto della città: se i venti supereranno i 96 chilometri orari uno dei quartieri più glamour di New York potrebbe quindi di restare isolato.
L’arrivo dell’uragano, che in queste ore sta avanzando lungo la East Coast, ha portato alla cancellazione di oltre trecento eventi culturali e sportivi previsti in città, ma quello che fa davvero paura è lo spettro di un eventuale tsunami.