"Sono preoccupata perché con questa manovra economica la crescita sarà ancora più bassa", dichiara la leader degli industriali a Capalbio. Poi annuncia che il 15 settembre Confindustria presenterà proprio le previsioni sulla crescita e ribadisce "ciò che vediamo non va certo nella direzione giusta però"
Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia sceglie il palco di un premio letterario per criticare la manovra economica: “In questa manovra, c’è un continuo aumento di tasse”. E rincara, “c’è ormai la gara a chi si inventa la tassa più esotica”. La numero uno di via dell’Astronomia commenta così da Capalbio il Dpef “lacrime e sangue” che il governo Berlusconi sta per varare. Misure che, secondo Marcegaglia, sarebbero solo “di peggioramento”. “Sono preoccupata – continua – perché questo è un pacchetto di provvedimenti che porterà ad una crescita ancora più bassa, una manovra certamente depressiva”. Previsioni di crescita che Confindustria presenterà il prossimo 15 settembre.
“Parliamo con i ‘se’ e con i ‘ma’, ma mancano le riforme che la Bce ci chiedeva e non sono state trovate – lo ribadisce – le risorse per la crescita” e aggiunge “vedremo alla fine lunedì con la presentazione degli ultimi emendamenti, ma se quello che si sente sarà vero, pare che la manovra non vada proprio nella direzione giusta”.
Poi analizza anche i settori in cui il governo è intervenuto e ne critica l’operato. “La parte sulle pensioni – afferma – che noi, ma anche una parte della maggioranza e moltissimi osservatori consideravano fondamentale per liberare risorse per la crescita non c’è più”. Inoltre si sofferma La presidente sui mancati tagli ai costi della politica: “C’è una riduzione dei tagli ai comuni, ma man mano che andiamo avanti si riduce la quota dei tagli alla spesa pubblica, si aumenta la quota di tasse e quel poco di tagli alla politica, come per le province, sembra che verrà stralciata”.
Per quanto riguarda le misure sul lavoro, su una la leader degli industriali è irremovibile: “L’articolo 8 non si tocca. E’ coerente con l’accordo siglato tra le parti il 28 giugno scorso e pertanto deve rimanere perché – prosegue – dà la possibilità alle parti di gestire una maggiore flessibilità”. “La norma deve rimanere e va gestita in continuità con l’accordo e con i sindacati firmatari”. Quello stesso art.8 che il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, dal palco del Meeting di Rimini di Cl ha detto che “va cancellato dalla manovra, va stralciato l’articolo 8 che rinforza la contrattazione aziendale rischiando di creare un disastro”.