Il peso politico dell’inchiesta sull’area ex-Falck di Sesto San Giovanni che ha coinvolto Filippo Penati comincia a farsi sentire anche all’interno del Partito Democratico. Oggi pomeriggio il segretario Pierluigi Bersani e il presidente della Commissione nazionale di garanzia, Luigi Berlinguer, hanno annunciato l’apertura di “un’azione di immediata verifica a tutela della onorabilità del partito”. Il Pd, insomma, tenta di fare chiarezza al suo interno. Per il prossimo 5 settembre è stata fissata una nuova riunione della Commissione nel corso della quale saranno valutate le possibili “iniziative da porre in essere nel quadro di una concreta azione di vigilanza”. Si tratta di un’iniziativa che, ha dichiarato Bersani, “serve per difendere il buon nome del partito”.
Al centro di tutto, lo scandalo del giro di tangenti per la riqualificazione nell’area delle vecchie acciaierie Falck che ha pesantemente coinvolto Penati e il suo collaboratore Giordano Vimercati. Giovedì il giudice per le indagini preliminari di Monza, Anna Magelli, aveva respinto la richiesta d’arresto formulata dai pm nei confronti dell’ex vicepresidente del Consiglio regionale lombardo e del suo assistente Vimercati. Ma lo stesso giudice, nella sua ordinanza, aveva anche specificato che nei confronti di Penati e Vimercati “ sussistono gravi indizi di colpevolezza” rispetto alle accuse di corruzione. La mancata carcerazione preventiva si spiega solo con la decorrenza dei termini di prescrizione del reato. Non ci sarebbero stati, secondo il Gip, atti di concussione e di finanziamento illecito.
Ma le parole usate dal giudice nella sua ordinanza e la lunga ombra del sospetto su un giro di tangenti che andrebbe avanti da quindici anni bastano per fare esplodere il caso politico all’interno del Pd. Che adesso corre ai ripari con un tentativo di “operazione trasparenza”.
Intanto l’inchiesta della procura di Monza potrebbe avere nuovi sviluppi la settimana prossima: i pm Franca Macchia e Walter Mapelli hanno infatti presentato ricorso al tribunale del Riesame di Milano contro l’ordinanza del gip.