Con le recenti rivelazioni del pagamento da parte di Berlusconi di oltre nove milioni a Marcello Dell’Utri e di mezzo milione più un mensile di ventimila euro a Giampi Tarantini si arricchisce l’elenco dei beneficiati dal Cavaliere.
Una carrellata-promemoria dagli esordi negli affari all’arrivo nell’aldilà.
Stasera pago io
Se si sommano i dané
che il munifico premier
ha donato a destra e a manca,
Silvio è meglio di una banca.
Cominciò per far carriera:
per piazzar villette a schiera
e deviare gli aeroplani
dagli agglomerati urbani.
Per i facilitatori
dei suoi pian regolatori
nei consigli comunali.
Per la guerra dei canali
quando nacque Sua Emittenza.
Per comprar qualche sentenza.
Per nascondere i profitti
grazie a finanzieri dritti.
Per salvare le sue Standa
dalla mafia che comanda
nelle terre di Marcello.
Perché Mills non sia monello
nella sua testimonianza.
Per comprar la maggioranza.
Diventato un gran magnate
e due mogli sistemate,
paga per le sue effusioni
milionate di milioni,
sempre con i suoi sistemi,
cominciando da Noemi,
prima di una lista lunga
che lo porta al bunga bunga.
L’uomo che non paga donne
ogni notte passa insonne
e ai piacer d’amore accede
grazie a Mora, a Emilio fede,
grazie a Giampi Tarantini
che focosi bocconcini
gli procuran diligenti,
tutte belle, ma indigenti
per le quali il farfallone
compie sol opere buone:
paga per la sanità,
paga l’università,
paga la mini vettura,
dell’igiene oral la cura,
paga alloggio, paga vitto…
fino a quando dall’Egitto
grazie a nonno Mubarak,
gli è arrivato un patatrac.
La sfiziosa nipotina
inesperta si incammina
sulla via del marciapiede.
Per fortuna Emilio Fede
la presenta a Berlusconi
che non vuol sentir ragioni
e dal vizio la allontana
con l’affido a una puttana.
Per le sue caste serate,
con le buste preparate
per suo conto da Spinelli,
paga Sandra Sorcinelli,
la Minetti, le Olgettine,
all’incirca tre decine,
paga Fede e Lele Mora.
Ma non basta. Paga ancora
per sfuggire alle prigioni:
al sodal nove milioni,
affinché Dell’Utri scordi
le porcate degli esordi,
senza dirle ai magistrati.
Pochi spiccioli ha pagati
anche a Giampi Tarantini
perché non faccia casini
nel processo, patteggiando
e in cotal modo evitando
intercettazion da sballo
e chissà qual altro giallo.
Silvio sempre pagherà.
Approdato all’aldilà,
ad un passo dall’inferno
tenterà col Padreterno…
stecche per l’accesso al cielo
e, giurando sul vangelo,
siederà sul sommo trono:
“Dio, ghe pensi mì, sta’ buono!”