“Io chiedo di essere giudicato per il mio operato in questi mesi e per quello che farò nei prossimi anni, non per illazioni tra l’altro prontamente smentite da chi le aveva alimentate”. Pierfrancesco Maran, assessore alla Mobilità del Comune di Milano, ha pubblicato un intervento su Facebook in merito ad alcuni passaggi contenuti nelle carte dell’inchiesta monzese su Filippo Penati. Oggi, inoltre, in un’intervista al Corriere della Sera, il giovane assessore afferma di aver ricevuto davvero pressioni dal “giro” di Penati, interessato alla sistemazione  un contenzioso tra Piero Di Caterina, uno dei protagonisti dell’inchiesta sulle presunte tangenti a Sesto San Giovanni, e l’Atm, l’azienda milanese dei trasporti pubblici. Assicura però di aver “respinto ogni tentativo”.

Ecco il testo postato da Maran su Facebook, pubblicato in anteprima da Ilfattoquotidiano.it.

Occuparsi di politica nel nostro Paese è molto difficile se hai 30 anni. Siamo in pochi ad avere incarichi di responsabilità e c’è sempre qualcuno pronto a dire che sei stato messo lì per non disturbare, perché sei controllabile, se sei donna perché sei attraente. Si chiede sempre ricambio generazionale, salvo poi tacciare come inesperti i giovani cui vengono affidati ruoli di rilievo: è molto più facile accreditarti come “pupillo” di qualcuno che valutare cosa hai costruito con impegno e costanza.

Io so che sono stato scelto perché 3.612 persone hanno creduto in me, con una campagna elettorale entusiasmante, con il mio quartiere che mi ha sostenuto in maniera straordinaria (1.637 voti), con il grande risultato dei tanti candidati giovani nei consigli di zona che hanno fatto la campagna con me (in 3 zone su 9 i più votati), con centinaia di volontari. Sono i numeri a parlare: 115 preferenze in Zona 3 nel ’99 che sono diventate 290 nel 2001. Quando mi sono candidato in Comune nel 2006 mi hanno votato in 1480, l’anno scorso alle elezioni regionali Pietro Bussolati, il candidato del mio circolo, ne ha prese 3000 in città, mentre Filippo Penati sosteneva un altro candidato.

Basterebbero questi dati a spiegare che il mio risultato è dovuto all’impegno sul territorio degli ultimi anni e non all’appoggio di Penati o determinate aree del partito. So che sono diventato assessore perché Giuliano Pisapia e il Partito democratico hanno fatto una scommessa verso il futuro e per il rinnovamento, come ha ben esplicitato il sindaco in questi giorni. Faccio politica da quando ero liceale, per passione e per cambiare la nostra città. Mi sono occupato di trasporti, di ambiente e di verde sia in Consiglio di Zona, sia nel mio mandato all’opposizione in Comune, con proposte concrete e facendo da responsabile mobilità del gruppo Pd.

Io chiedo di essere giudicato per il mio operato in questi mesi e per quello che farò nei prossimi anni, non per illazioni tra l’altro prontamente smentite da chi le aveva alimentate. In politica esistono pressioni e tentativi di condizionamento e un assessorato importante come il mio non ne è certo esente. Sono sicuro di non aver mai ceduto in passato ad alcuna richiesta impropria e di saper resistere in futuro. Aggiungo che lavorare in una squadra così bella come la giunta Pisapia, dove ci si confronta costantemente, è il miglior viatico per prendere le migliori scelte.

Sento la responsabilità di dimostrare che a 30 anni si può ricoprire un incarico importante come quello di assessore alla Mobilità, Ambiente, Verde ed Arredo urbano del Comune di Milano. E’ una posizione da cui si possono fare scelte importanti per la nostra città ed è un segnale importante per un Paese che non scommette mai sui giovani. Sto cercando di farlo al meglio, comunicando costantemente la mia attività direttamente ai cittadini negli incontri pubblici, a mezzo stampa, su facebook. Continuerò a lavorare per cambiare la città e risolvere i problemi dei cittadini, non di gruppi di potere, in piena sintonia con Giuliano Pisapia e il programma della Giunta per il quale i milanesi ci hanno scelto.

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