Diritti

Adinolfi amico di Lehner su trans e gay

Le vacanze sono sempre una parentesi. Prima di loro, c’è la dichiarazione dei redditi. Dopo, la manovra e la manovra bis, e magari quella ter, in modo da non farci mai mancare niente. E in questa parentesi, di cose ne possono succedere molte.

Succede, ad esempio, che la deputata Paola Concia, nota promotrice del disegno di legge contro l’omofobia purtroppo affossato per ben due volte alla Camera, l’ultima non molto tempo fa, si unisca alla sua compagna Ricarda Trautman a Francoforte, in Germania, celebrando un’unione solidale (Lebenspartnerschaft) secondo la disciplina in vigore in quel Paese dal 2001. Succede anche che il capogruppo del Pd al Comune di Bologna, Sergio Lo Giudice, si sposi a Oslo con il suo compagno Michele Giarratano, responsabile dello sportello legale di Arcigay.

E succede anche che infurino le polemiche. Anzi, che chi fa polemica sul matrimonio tra persone dello stesso sesso accusi le persone ora menzionate di fare polemica. Sì, perché qualcuno ha dichiarato sui giornali che sposarsi all’estero è solo “una baracconata“, un modo per attirare l’attenzione su di sé e per “scatenare l’ennesimo, sterile, scontro“. E io mi sento proprio stupido, dico ingenuo per non svilirmi, per aver pensato per un solo istante che ci si sposasse per amore. Magari quelli che accusano i gay di fare propaganda sono poi gli stessi che vanno a sposarsi a Las Vegas. Così, perché “è fico”. E quello che “è fico” per alcuni, si sa, per gli altri è solo una baracconata, ovviamente.

Succede poi, sempre parlando della “pausa estiva” – metto le virgolette perché in realtà il peggio non conosce pause – che Mario Adinolfi, già candidato alle primarie del Pd, quindi non proprio l’ultimo arrivato, accusi le persone transessuali di essere dei “moderni ircocervi” (per chi non lo sapesse, l’ircocervo designa un essere mitologico per metà caprone e per metà cervo). Adinolfi non è nuovo agli attacchi alle persone omosessuali e transessuali, e quindi può ben dirsi iscritto tra i soci della ben nota Lobby omofobica (e transfobica) del Parlamento. Tra i soci c’è anche Giancarlo Lehner, che recentemente ha definito il sesso tra uomini “un’azione tecnicamente violenta” (tecnicamente?!), indipendentemente dal fatto che sia “amorevole nelle intenzioni” (ma questo non vale per il sesso tra donne). E mi fermo qui, perché trovo già abbastanza inquietante che un esponente di spicco del Pd si collochi accanto a uno del Pdl su idee che si potrebbero definire sconcertanti in una società veramente aperta e democratica.

Mi fermo perché penso che offendere le persone transessuali qualificandole come delle bestie mitologiche e denigrare le persone omosessuali perché decidono di autoesiliarsi per ottenere all’estero quello che questo Paese ipocrita non riesce a concedere, sia un atto profondamente ingiusto e, ripeto, offensivo. Le persone hanno una dignità indipendentemente dal fatto di essere gay, lesbiche, bisessuali o transessuali. Anche loro sono persone. Il fatto che due uomini o due donne vogliano sposarsi, e lo facciano all’estero nella consapevolezza, coraggiosa e tragica al contempo, che quella licenza coniugale non vale nulla nel loro Paese, non toglie nulla a nessuno. Gli eterosessuali che lo desiderano continueranno a potersi sposare con l’uomo o con la donna di loro scelta.

Mi chedo cosa vogliano ottenere persone come Adinolfi e Lehner con le loro dichiarazioni. Dare dei caproni e dei violenti a una classe di cittadini è dignitoso? No, non lo è, ed anzi è politicamente molto pericoloso, perché alimenta l’odio nei confronti dell’intera classe. Mi chiedo, soprattutto, se costoro si rendano conto che tutt’intorno a noi ci sono Paesi che riconoscono certi diritti alle persone transessuali e omosessuali, diritti negati qui in Italia. Loro sanno benissimo che il grado di civiltà di una nazione si misura nella capacità, anche giuridica, di riconoscere valore alle differenze: ed è grazie a loro che il nostro Paese, proprio in questo ambito, è tuttora fermo alla preistoria dei diritti.

Per questo, e solo per questo, li ringraziamo.