Sono stati superati tutti i record. Per il carnevale di Notting Hill, in programma domenica e ieri, Londra ha dispiegato lungo le sue strade il più alto numero di poliziotti nella storia della manifestazione. Almeno il doppio degli agenti che hanno presidiato il matrimonio di Kate e William, aveva promesso la Metropolitan Police, quindi si parla di almeno 6mila unità, che hanno controllato il bel quartiere occidentale ma non solo. Il timore degli organizzatori era che – complice una manifestazione in cui gli eccessi alcolici sono nella norma – potessero scoppiare tumulti un po’ in tutta la città, non solo a Notting Hill. Le rivolte delle settimane scorse del resto lo hanno dimostrato. Ogni occasione è buona, a Londra, per surriscaldarsi. Il primo giorno, tuttavia, non ha destato preoccupazioni, a parte qualche graffitaro che ha preso di mira qualche muro e qualche serranda.
Scotland Yard, tuttavia, è in piena emergenza. Per presidiare la città i soli agenti della Met non bastano più, quindi migliaia di agenti sono arrivati da altre polizie del Regno Unito, come quella del Galles. Ormai si lavora in turni di 12 ore e sarà così almeno fino all’inizio di settembre, quando, con il fresco, dovrebbe arrivare anche un po’ più di serenità per la Met. La 47esima edizione del carnevale di Notting Hill – il più grande festival di strada al mondo dopo il carnevale di Rio, festa nata caraibica, in un quartiere un tempo prettamente caraibico – si è avvalsa anche dell’aiuto di 500 volontari civili, mentre fra gli abitanti dello storico rione è acceso il dibattito se continuare o meno a ospitare la manifestazione.
Poche settimane fa è nato anche un comitato di cittadini che desiderano cancellare per sempre dal calendario londinese il carnevale. A poco è servita la previsione di quest’anno di terminare e far finire i festeggiamenti alle 19. In molti non vogliono proprio che si continui a tenere la festa in questo quartiere che, negli ultimi anni, si è «gentrificato», e cioè è passato da povero a benestante, grazie anche alla spinta e ai cambiamenti del mercato immobiliare. Ma c’è anche chi ora – come Chris Boothman, un organizzatore – chiede che gli interventi della polizia, in caso di disordini, non siano «repressivi» ed «esagerati», perché a rimetterci sarebbe l’aspetto più allegro e spensierato del carnevale.
Sul fronte dei tumulti di tre settimane fa, invece, continuano le indagini e continua la risposta della giustizia. Solo nell’area metropolitana di Londra, finora sono state arrestate 1.875 persone, delle quali 1.073 sono state incriminate. Pochi giorni fa è comparso in tribunale un 17enne accusato di aver fermato la corsa di uno scooter, di aver malmenato e costretto il suo proprietario alla fuga e di aver rubato il mezzo. Tutto questo mentre Londra bruciava e tutto questo è stato ripreso dalla telecamera di un passante. Una violenza di gruppo – gli altri componenti della banda non sono stati ancora identificati – che, per la sua ferocia, ha lasciato a bocca aperta anche gli inquirenti.
Intanto, a Londra la discussione si sposta sul pericolo delle gang. Le bande di ragazzi violenti che terrorizzano certi quartieri di Londra sono state protagoniste indiscusse dei riots. Nick Hardwick, il garante delle prigioni del regno, sostiene che i giovani che sono stati incarcerati debbano ricevere aiuto da parte di specialisti in grado di spezzare le catene che li legano alle gang. Secondo Hardwick, gli arrestati dovrebbero anche essere lasciati isolati, per evitare loro di entrare in contatto con i capibanda, che spesso in prigione continuano a comportarsi come tali. Ma i politici inglesi lo sanno: per combattere questo fenomeno servono anche tanti soldi. Ecco allora a Waltham Forest, sobborgo della capitale, il primo progetto che seguirà la vita e le «opere» di trenta bande. Sostegno alle famiglie, riabilitazione, lotta alla droga e istruzione. Costo totale, un milione di sterline.
di Matteo Impera