Il responsabile di un'impresa edile finisce in manette a causa della mancanza di sicurezza. Non era mai accaduto prima. La vittima è un operaio albanese deceduto dopo un volo di nove metri dal tetto di un capannone della Veca group srl.
L’azienda della Valdelsa si era rivolta alla Iperasfalti, della quale è titolare Ndreu, per un lavoro di manutenzione. Un intervento all’apparenza piuttosto semplice. Ma su quel tetto da riparare, secondo la procura, Ndroc non sarebbe dovuto salire. O meglio, non a quelle condizioni. La caduta avvenuta lunedì mattina, stando agli accertamenti dei carabinieri di Empoli e dell’Asl, è stata causata dal cedimento di una lastra in vetroresina sulla quale l’operaio stava camminando senza alcuna protezione.
Secondo il magistrato, se il datore di lavoro avesse accertato, in precedenza, la stabilità del tetto (se la copertura avesse avuto o meno “la resistenza sufficiente a sostenere il peso dell’operaio”) Ndroc sarebbe ancora vivo. Tra le motivazioni della richiesta di convalida al gip – oggi si terrà l’udienza – anche il fatto che la Iperasfalti avrebbe violato le norme in materia di sicurezza e prevenzione degli infortuni sul lavoro “omettendo di predisporre misure di protezione collettiva”. Inoltre il titolare non avrebbe garantito al suo operaio, “non regolarmente assunto ma dipendente di fatto – si legge nella richiesta di convalida – una formazione sufficiente in materia di salute e sicurezza sul lavoro”. Tra gli elementi che pesano sul titolare della ditta, infine, ci sono la quasi-flagranza (il titolare era presente al momento dell’incidente, anche se a suo avviso il dipendente sarebbe salito sul tetto a sua insaputa) e il fatto che il datore di lavoro della vittima abbia alcuni precedenti penali che aggravano ulteriormente la sua posizione.