La rete è cieca. Mi arrivano aggiornamenti continui da Linkedin anche se ho un profilo “di vita riflessa”, nel senso che alligno negli altrui contatti e non ho mai scritto un rigo. Frequentemente mi arrivano negli ultimi tempi avvisi di un mio amico, ottimo regista di documentari e grande persona, Marcellino De Baggis. Molto intensi i suoi contributi su Ercolano e sui Perdoni di Taranto. Insieme abbiamo fatto una miniclip con inserti di animazione su via Fani, il luogo in cui fu rapito Moro. Ha vinto anche vari premi nazionali e internazionali. Insomma Marcellino (un sensibile videomaker alto tra l’altro più di due metri) è il classico professionista che in altri paesi che si occupano minimamente di cultura verrebbe coltivato e promosso. Qui in Italia invece ha lavorato molto nella pubblicità per finanziarsi e autoprodursi.
Linkedin continua a testimoniarmene la fama tra gli addetti, postandomi i suoi link internazionali. L’ultimo oggi, 31 agosto. C’è un solo particolare: Marcellino è morto il 7 di questo mese, improvvisamente, all’età di 40 anni. Eppure per la rete c’è ancora. Mai come in questo caso la parola “comunità virtuale” mi sembra adatta. Getta in un vuoto universo parallelo quel calore, affettivo o professionale, che spesso cerchiamo nei nostri contatti elettronici.
In alto, la locandina del documentario Mistero e sgomento di Marcellino De Baggis