marchionne_fiat_tra_freemont_e_duna
Illustrazione di Mauro Biani

Soltanto qualche mese fa non c’era dirigente italiano, politico o sindacale, che non gli facesse il baciamano. Ora fingono di non conoscerlo. Gheddafi? No, Marchionne, l’uomo del rilancio Fiat, quello del grande lancio della 500 in America dove è riuscito a venderne dieci a collezionisti di scatole di latta per biscotti.

“Quel che conta è il prodotto”, ha detto, provocando un’ondata di suicidi tra gli ingegneri Fiat. La grande intuizione di Marchionne infatti è vendere auto piccole agli americani (che non le vogliono) e auto grandi agli italiani (che le vogliono, ma tedesche). Intanto, per fronteggiare gli ingenti debiti, Fiat ha lanciato una grande lotteria: chi ha visto circolare una Freemont? Nessuno, per ora. Eppure la Freemont è la nuova speranza del fatturato Fiat.

Parla un progettista che chiede di restare anonimo: “Per il design ci eravamo ispirati ai tank sovietici costruiti nel ’41, con sostanziali innovazioni, come i vetri elettrici. Ma purtroppo la forma era troppo slanciata, così abbiamo preso una Dodge Journey, ora fuori produzione, e abbiamo cambiato la mascherina”. Quanto ai consumi, sono abbastanza ridotti, inferiori a quelli della Shuttle. Problemi per la sicurezza? Risolti brillantemente: la Freemont supera i trenta all’ora solo se trainata da un rimorchiatore. Il prezzo, invece, è italiano, così come il dottor Marchionne, anche se paga le tasse in Svizzera. Ora che il rilancio Fiat è avviato, c’è attesa per i nuovi modelli, tra cui la slanciata Tagliaerba, una spider monoposto che rivoluzionerà il mercato del giardinaggio.

di Alessandro Robecchi

da Il Misfatto, domenica 28 agosto 2011

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Due anni di Fatto. La vignetta inaugurale
di Stefano Disegni

next
Articolo Successivo

Superdario Bros. La settimana
di Vergassola (27 agosto – 2 settembre)

next