Secondo fonti del Pdl, la linea dura potrebbe colpire i reati fiscali più gravi. Perplessità di Berlusconi. Tra gli altri provvedimenti allo studio, una stretta sulle società di comodo
Carcere per che evade le tasse. Il Pdl starebbe lavorando per inserire questo nuovo provvedimento nella manovra correttiva. “I dettagli ancora non sono definiti”, spiega una fonte interna al partito di Silvio Berlusconi sentita dall’agenzia Ansa, “ma contro chi si macchia di reati fiscali particolarmente gravi si dovrebbe intervenire anche sul versante della deterrenza penale”. Altre fonti parlamentari della maggioranza, però, rivelano le perplessità del premier, anche in considerazione dell’estrema complessità del sistema fiscale italiano. Viene vista come una conferma dell’indiscrezione la presenza del ministro della Giustizia, Nitto Palma, all’incontro che si dovrebbe tenere domani a margine del Consiglio dei ministri, in cui il governo dovrebbe mettere nero su bianco gli emendamenti alla manovra. Il ministero dell’Economia starebbe lavorando anche a nuove misure che comprenderebbero controlli più efficaci, con un nuovo redditometro sui beni di lusso e, in caso di evasione, un concordato che faciliti il rientro delle somme dovute al fisco.
Intanto il fisco arruola sempre più i comuni nella lotta all’evasione. A loro spetterà una quota sempre più alta degli incassi e, per favorire i controlli, potranno decidere di rendere pubblici i redditi dichiarati dai loro cittadini. Ma in rampa di lancio c’è anche una stretta sulle società di comodo, con più severità per chi vuole fare il furbo sulle tasse. Sono alcune delle misure in arrivo sulla manovra economica che, proprio attraverso queste nuove norme punta a compensare la perdita del gettito di circa 1,5 miliardi (500 milioni nel 2013 e 1 miliardo nel 2014) che sarebbe dovuto derivare dalla norma sulle pensioni che proprio oggi è saltata.
Tra le ipotesi ci sarebbe anche la possibilità che gli enti locali possano pubblicare gli elenchi dei redditi dichiarati dai contribuenti. Attualmente, invece, i comuni hanno a disposizione i “volumi” con i redditi dei propri cittadini che devono mettere a disposizione solo a chi li richiede (e la procedura non è proprio agevole).
Certo una pubblicazione “on line” dei redditi favorirebbe una sorta di “controllo sociale” sul territorio, che passa attraverso anche l’accesso ai servizi resi a chi ha redditi più bassi. I tecnici, comunque, sono al lavoro in modo febbrile ma le valutazioni conclusive saranno fatte solo domani, quando tra le ipotesi prospettate, saranno scelte quelle da portare avanti. Già il vertice di Arcore aveva comunque indicato una stretta contro l’abuso di intestazioni e interposizioni patrimoniali elusive. Nel mirino, quindi, finiranno le società di comodo, scatole vuote create per nascondere beni di lusso. Al momento però su questo punto c’è solo un emendamento a firma di due senatori leghisti che prevede una tassa antievasione (con un’aliquota del 10% della base imponibile dalla quale detrarre l’imposta netta media corrisposta in tre periodi e l’Ici) che colpirà i proprietari di immobili di lusso, ville o immobili storici, navi o imbarcazioni da diporto.
L’altro fronte d’azione sarà invece il maggior coinvolgimento dei comuni nella lotta all’evasione. “Abbiamo inasprito la lotta all’evasione fiscale – ha spiegato ieri il premier Silvio Berlusconi – dando ai Comuni la possibilità di fare controlli più capillari, quindi di mantenere nelle proprie tasche il maggior gettito che ne verrà”. Attualmente infatti ai comuni è destinato il 50% delle somme definitivamente riscosse a seguito delle segnalazioni effettuate (il decreto legislativo sul federalismo fiscale l’ha innalzato; precedentemente era prima il 30% e poi il 33%).
Resta comunque il fatto che a giugno sono appena circa 540 i comuni che hanno fatto la convenzione con l’agenzia delle Entrate per le segnalazioni anti-evasione. Ma in arrivo c’è l’annunciata stretta sulle agevolazioni delle cooperative. Nessuno spazio, invece, sembrerebbe esserci per sanatorie: semmai – e su questo c’è già qualche emendamento presentato – non è escluso che si possa tentare il recupero delle somme non pagate da chi nel passato ha aderito al condono ma poi non ha versato il dovuto, usufruendo della sanatoria e approfittando poi dei tempi previsti per i controlli per farla franca sui mancati pagamenti.
Sul tema è in serata è intervenuto Pierluigi Bersani. “Visco lo aveva fatto – ha detto il segretario democratico dalla festa del Pd a Genova – . Qualcuno se lo ricorda? Allora non ando’ bene”. Quindi ha aggiunto: “Come quando parlavamo di tracciabilita del denaro e Tremonti mi diceva ma le vecchiette come fanno?. E poi lui ha inventato la social card. Adesso vedrete che riscoprono anche la dichiarazione dei redditi on line, ma non la faranno, anche se è un’idea da considerare perché uno dovrebbe vantarsi di pagare le tasse”.