Il Governo cerca di rilanciare la lotta all’evasione e si lancia anche in un minaccioso monito: “In carcere chi evade oltre 3 milioni di euro!“ E chi ne evade 2 milioni e 999mila? Una tirata d’orecchie? Una candidatura alle regionali? Battute a parte, ci sono molte ragioni di irrazionalità e perplessità in questa questione della lotta all’evasione, uno dei grandi colossali scandali di questo Paese a cui sembriamo ormai abituati.
1) Quale credibilità può avere una lotta all’evasione lanciata da parte di chi ha un passato poco limpido (il nostro presidente del Consiglio, tra le altre cose, si è avvalso della facoltà di non rispondere quando i pm antimafia nelle indagini su Dell’Utri gli chiedevano da dove provenissero i contanti confluiti nelle casse delle sue imprese)?
2) La repressione non basta se prima non si ricostruisce un minimo di rispetto e condivisione per i servizi pubblici (e per il lavoratore pubblico); e invece veniamo da anni di dichiarazioni irresponsabili che giustificavano o strizzavano l’occhio agli evasori; e di insulti a chi lavora nel pubblico (fannullone a prescindere).
3) Il carcere non è di per sé una soluzione, serve solo come slogan. Il punto è la lotta preventiva e poi dare strumenti forti per recuperare il denaro sottratto alla comunità, magari subordinando l’estinzione del reato alla restituzione del maltolto con gli interessi (una sorta di cauzione nei reati economici, per intenderci).
4) Perché questa lotta all’evasione pare essere lanciata solo in fase di ritocco della manovra bis estiva (già frutto di pressioni forti europee)? Non dovrebbe essere normale e urgente e dovuto che vi sia una tolleranza zero per l’evasione?
5) La vera svolta in Italia consisterebbe nel far emergere anche i “piccoli” evasori (quelli che evadono solo 2 milioni e 999mila euro, poveracci, in qualche modo devono pur campare!): perché non si osa provare a introdurre il principio della detraibilità? Oggi si risparmia se non si chiede la fattura, domani si risparmierebbe solo chiedendola! Cosa spaventa di questa rivoluzione dei rapporti?
6) Da pubblico ministero, mi capita di mandare in direttissima (ad esempio) molti extra-comunitari per furto aggravato magari di beni per poche centinaia di euro: la possibilità che facciano del carcere è molto alta, anche perché spesso non hanno possibilità di offrire luoghi di detenzione domiciliare affidabili. Ma sono più ladri loro o dei cittadini italici che evadono 2 milioni di euro e che poi mandano i loro figli a studiare nelle scuole e a curarsi negli ospedali pagati dalle mie tasse? Io credo che questo avvenga perché siamo così gonfi di pregiudizi che ci sembrano più brutti e cattivi i primi per il loro aspetto e non sappiamo guardare oltre la persona, vedendo il fatto per quel che è oggettivamente!
7) Una lotta all’evasione seria a tutti i livelli dovrebbe passare anche attraverso il ripristino effettivo del reato di falso in bilancio (dove possono nascondersi fondi neri, tangenti, soldi evasi) e soprattutto abolendo in costituzione la possibilità di ricorrere a condoni, che premiano chi evade facendosi beffa di chi rispetta le regole.
E, last but not least, perché non esportare un principio che si utilizza solo coi mafiosi: se non dimostri la liceità della provenienza dei tuoi beni, questi vengono sequestrati. D’altronde se guadagno o eredito posso dimostrarlo, no? O a tutti voi capita di ricevere case e bonifici a vostra insaputa di cui non sapreste dare spiegazione? A me no, sarò antipatico?