È l’ultimo paradiso a portata di mano, di dannunziana memoria, ai confini istriani. In pieno Adriatico, c’è un mare degli stessi colori della Sardegna, una costa frastagliata come quella amalfitana, dove si può comprare, a 1000 euro a metro quadrato, un angolo incontaminato pied-dans l’eau.
È la Croazia, 1500 isole e 5000 chilometri di costa (compresi, ovviamente, i perimetri di tutte le isole) con un potenziale enorme, frenato solo da quarant’anni di dittatura comunista, nonché dall’ultima guerra civile che ha flagellato l’ex-Jugoslavia. Il Paese vanta prima di tutto un inestimabile patrimonio naturale con abbondanza di flora e fauna che altrove in Europa sta scomparendo.
Nel Parco Nazionale Kornati si trova invece il più denso arcipelago di isole protette di tutto il Mediterraneo. Sono circa 147, tra isole, isolette e scogli. Mentre il Parco Nazionale Brioni raggruppa 14 isole che si trovano a sud ovest della costa istriana e ospitano animali provenienti dall’Africa. Fu il capriccio esotico di Tito.
Quattro milioni e mezzo di croati in loco e quattro milioni immigrati all’estero: la Croazia è una Nazione diffusa. Autostrade a tre corsie – che sembra di essere in America – raggiungono Spalato (un centro antico dentro le mura del palazzo dell’Imperatore Diocleziano) e Dubrovnik, la Venezia dalmata, d’impronta medioevale. La vicina Slovenia fa già parte dell’Unione Europea e i Croati hanno capito che se vogliono entrare nell’Unione europea devono cambiare mentalità e aprirsi all’imprenditoria e ai capitali stranieri. Lo faranno sicuramente, anche se ci vorrà del tempo.
Riccardo Mazzucchelli, ex marito di Ivana Trump (ma il matrimonio con la socialite newyorkese gli sta come una macchia sulla cravatta), dopo aver costruito mezza Africa post-coloniale, dopo essere stato ricevuto da Prince Charles e da Bill Clinton, oggi vive a Spalato in un appartamento ricavato sulle vestigia dell’antico palazzo di Diocleziano. Della Croazia vorrebbe fare un clone della Costa Smeralda. Ha incominciato a investire a Hvar, la Capri dei Balcani, tristemente nota nel secondo dopoguerra perché Tito vi aveva impiantato un carcere durissimo per i più fermi dissidenti politici. Poi, Mazzucchelli ha comprato qualche centinaio di ettari confinanti con il parco nazionale del Velebit, in mezzo a fiumi e cascate. Sta anche ristrutturando la vecchia Posta e l’antica scuola dalla facciata ottocentesca di Jablanac, borgo di pescatori che sembra la Portofino di cinquant’anni fa. Mazzucchelli ha ricevuto (primo in Italia) il Cavalierato per la sua attività in terra croata. È di certo un segnale.
Mazzucchelli il nuovo Aga Khan? “Non esageriamo. Ho appena preso la residenza croata e vivo qua perché la qualità della vita è meglio che nel resto dell’Europa”.
Se poi la bellezza si coniuga anche con la possibilità di fare profitto senza snaturare la bellezza, il cerchio si chiude.
“Solo qui si trovano rade con un mare turchese caraibico, dove in pieno agosto si trovano al massimo due barche ormeggiate. In Sardegna ho incontrato Flavio Briatore. Ammiro il suo senso degli affari. Ecco ci vorrebbe proprio uno come lui per lo sviluppo del turismo croato.”
Ma poi Mazzucchelli ci ripensa e si corregge subito: “Ho davvero voglia di avere tutto il can can della costa smeraldina? A Jablanac veline e calciatori stonerebbero”.
Insomma, lo vorrebbe o no un Billionaire in costa dalmata? “No, grazie.”
Il “posto dell’anima” di Mazzucchelli è della serie ‘poveri ma belli’ (oh mamma, la rima!) che fanno abbastanza ‘radical chic’. Anzi, più radical che chic, per ora.
Anni fa la Croazia era il turismo d’avanguardia, tutto da scoprire e a buon mercato. Ora ci vanno i medio-facoltosi, preferibilmente con barca, e i ragazzi con lo zaino in spalla.
Ci vuole tempo, saggezza e lungimiranza per farne una perla turistica senza saccheggiarla, perchè come sito ambientale e paesaggistico (nonché storico) ha tutto ed è un vero incanto.
Ci vorrebbe un grande lavoro d’immagine e di marketing culturale.
Bisogna puntare sulla storia (che ha tanto di Repubblica Marinara veneta) e al mantenimento della semplicità, come urbanistica ed antropologia.
di Januaria Piromallo
Nella foto: Riccardo Mazzucchelli (clicca qui per ingrandire)