Chiesa di nuovo nella bufera. Motivo: pedofilia. Luogo: Irlanda. Sul tavolo il Cloyne report su su atti di pedofilia commessi dai sacerdoti della diocesi irlandese e la sottovalutazione del fenomeno da parte delle autorita’ ecclesiastiche locali La Santa sede, dopo aver letto il documento, reso noto oggi, si difende: “La Santa sede desidera riaffermare, anzitutto, il proprio orrore verso i crimini di abuso sessuale che sono avvenuti in quella diocesi; e’ profondamente addolorata e si vergogna per le terribili sofferenze che le vittime e le loro famiglie hanno dovuto sopportare nella Chiesa di Gesù Cristo, un luogo dove cio’ non deve mai accadere”. La nota diffusa dalla Segreteria di Stato è in risposta alle critiche del governo irlandese che in luglio avevano portato al richiamo per consultazioni del nunzio apostolico a Dublino, monsignor Giuseppe Leanza.
La Santa Sede ribadisce di non aver mai messo i bastoni tra le ruote nelle indagini. Si legge: “In nessun modo è stato ostacolato o tentato d’interferire in alcuna delle indagini sui casi di abuso sessuale sui minori nella diocesi di Cloyne”. Inoltre, “in nessun momento, la Santa Sede ha cercato d’interferire nel diritto irlandese o di intralciare le Autorità civili nell’esercizio delle loro funzioni”. Viene respinta anche l’accusa che il Vaticano abbia ostacolato “gli sforzi della Chiesa irlandese nel trattare gli abusi sessuali sui minori commessi dal clero”.
Nella sua risposta, la Santa Sede offre una presentazione dell’approccio della Chiesa alla protezione dei minori, includendo la relativa normativa canonica, e fa riferimento alla Lettera ai Cattolici d’Irlanda del Santo Padre Benedetto XVI, pubblicata il 19 marzo 2010, nella quale il Pontefice indica che si attende che i vescovi irlandesi cooperino con le Autorità civili, applichino pienamente le norme del Diritto Canonico e assicurino piena e imparziale applicazione delle norme della Chiesa in Irlanda per la protezione dei minori. “La pubblicazione del Cloyne Report segna un ulteriore passaggio – si legge nel testo diffuso oggi – nel lungo e difficile cammino di accertamento della verità, di penitenza e purificazione, di guarigione e rinnovamento della Chiesa in Irlanda”. “La Santa Sede – assicura la nota – non si considera estranea a questo processo ma lo condivide in spirito di solidarieta’ e impegno. Sin dai primi giorni dello Stato Irlandese, e specialmente dallo stabilimento delle relazioni diplomatiche nel 1929, la Santa Sede ha sempre rispettato la sovranità dell’Irlanda, ha mantenuto relazioni cordiali e amichevoli con il Paese e le sue Autorità, ha frequentemente espresso la propria ammirazione per lo straordinario contributo offerto da uomini e donne irlandesi alla missione della Chiesa e al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni in tutto il mondo; inoltre, la Santa Sede non ha fatto mancare il proprio supporto a tutti gli sforzi per promuovere la pace sull’isola durante gli ultimi travagliati decenni”. “In linea con tale atteggiamento – conclude la nota – la Santa Sede desidera riaffermare il suo impegno a un dialogo costruttivo e alla cooperazione con il Governo irlandese, naturalmente sulla base del reciproco rispetto, così che tutte le istituzioni, sia pubbliche che private, religiose o civili, possano cooperare per assicurare che la Chiesa, e anzi la società in generale, siano sempre un luogo sicuro per l’infanzia e i giovani”.
Il 7 marzo 2009 il vescovo irlandese John Magee si era dimesso. Segretario privato di ben tre papi, tra cui anche Giovanni Paolo II, il vescovo irlandese, Magee ha chiesto direttamente al papa di nominare un amministratore apostolico che gestisca la diocesi. Negli ultimi anni la Chiesa cattolica irlandese e’ stata sconvolta da diversi episodi di pedofilia e di abusi sessuali ed accusata di aver coperta alcuni di questi casi. John Magee, nato nel 1936 in Irlanda, è stato segretario privato di ben tre papi: Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II e nel 1992 nominato Maestro di cerimonie pontificie.