Il segretario alla festa del Pd parla di tutto, dal governo al caso Penati: "Alfano è il segretario di Berlusconi o del Pdl? Noi vogliamo prenderci subito le nostre responsabilità. Profumo e Montezemolo? Dicano da che parte vogliono stare"
E inizia con la possibile ricandidatura di Berlusconi alle prossime elezioni nel 2013, come annunciato questa mattina da Alfano. “Alleluja” ride ironico Bersani “ma davanti ad affermazioni del genere si conferma l’inconsapevolezza del problema“. Secondo il segretario del Pd, infatti, “con questa mossa cercano di rassicurare l’opinione pubblica italiana e del mondo, ma si sbagliano di grosso”. Stando a Bersani “tutti si aspettano un cambio alla guida” ma l’unica cosa che ci si chiede è se Alfano “sia il segretario del Pdl o il segretario di Berlusconi“.
Ma è proprio Alfano che in questi giorni ha criticato Bersani per il passato da “amministratore comunista”. “Se questo è Alfano – ride il segretario – mi viene voglia di rimpiangere Berlusconi che almeno lui le diceva meglio”.
Ma se per il presidente Napolitano la maggioranza c’è ancora ed è quella che deve governare, Bersani prende la sottolineatura del capo dello Stato come un monito ad una maggioranza che “deve riflettere e convincersi che è allo sbando. E non lo diciamo per interesse di partito – prosegue il Democratico – ma da italiani”.
Bersani spera almeno che, come dichiarato da Alfano, la maggioranza non ponga la quarantaquattresima fiducia sulla manovra economica da presentare in parlamento “anche perché, ripercorrendo la storia, ad ogni fiducia si è indebolita la risposta e la coesione della maggioranza”.
Ed è proprio la fiducia che, per Bersani, “è parte della malattia e non la medicina” promettendo una “concentrazione di emendamenti”.
Nel caso di elezioni, Bersani guarda anche con interesse a Profumo e Montezemolo “persone competenti” dice, anche se la ricetta italiana non deve sempre gravitare sul “vuoto d’aria“: “Profumo e Montezemolo vengano in politica e dicano con chi vogliono stare – è l’opinione del segretario- ma dire non va bene nessuno, va bene solo uno e’ sbagliato”.
Il segretario del maggior partito di opposizione guarda quindi alle forze moderate per le prossime alleanze in vista delle elezioni e, soprattutto, ad una “compagine di governo, che non abbia un’opinione diversa su ogni cosa” anche perché quella che si prospetta è una “fase di ricostruzione e di responsabilità”. L’obiettivo dichiarato è quello di primarie di coalizione, “e il massimo sarebbe un candidato per ogni partito di coalizione” ma dire sempre “voglio, voglio, voglio non ha senso perché ogni giorno viene fuori sempre qualcuno che vuole fare il candidato ma quello è un mestiere duro”. In sostanza, “non si metta nessuno davanti al progetto” anche perché “prima di trovare un suonatore – sottolinea Bersani – bisogna capire che spartito abbiamo davanti”.
Bersani, non vedendo prospettive future per il governo – “non sono in grado di andare avanti” – spera in un governo di transizione, anche stando alla finestra: “Ci prendiamo le nostre responsabilità – precisa- anche stando all’opposizione a patto di avere interlocutori validi, perché l’unica misura per un governo di questo tipo è proprio la credibilità, a livello nazionale come internazionale”.
Inutile dire che in casa, Bersani, abbia dovuto spiegare cosa sta accandendo a quello che fu il capo della sua segreteria politica, Filippo Penati.
Come si spiega alle mogli del proprio tradimento, Bersani a capo chino ha cercato di attutire il colpo, sostenendo che non poteva sapere e lanciandosi poi all’attacco: “Proprio ieri ho querelato Sallusti, Libero e Il Giornale perché hanno collegato le vicende di Penati con presunti finanziamenti illeciti al Pd – arringa il segretario – e poi De Magistris non osi dire che non potevo non sapere perché proprio lui ha usato il ‘non sapevo’ in una sua inchiesta. Dire questo, è fare cose da vigliacchi”.