In Italia c’era ”quasi una guerra civile. Se me l’avessero ordinato, avrei ucciso. Per fortuna ciò non è mai successo, e non ho mai pensato fosse una via d’uscita”: lo afferma Cesare Battisti in un’intervista a un quotidiano brasiliano. “La rivoluzione oggi è uno scherzo. Avevo 16 anni quando sono entrato nella militanza, non sono più la stessa persona. Se oggi continuassi ad essere un rivoluzionario sarei un’idiota”.
L’ex militante dei Pac sostiene di essere stato usato come capro espiatorio per il periodo degli Anni di Piombo in Italia e afferma: “La gente mi dice, Cesare e la rivoluzione? Quale rivoluzione? Questo è uno scherzo. Se fossi oggi un rivoluzionario, sarei un idiota”. Battisti rilegge il suo passato con una prima convinzione: “Non siamo stati noi i primi a prendere le armi, sono stati i regimi, gli Stati”.
Prosegue: “Ero molto giovane, e come tanti dopo il ’68 abbiamo ritenuto che potevamo sistemare il mondo con le armi. Ma calma, non siamo stati noi i primi a prendere le armi, sono stati i regimi, gli Stati. Il movimento rivoluzionario ha accettato la provocazione e risposto con le armi”, ha aggiunto l’ex terrorista italiano.
“Quando iniziano a uccidere il tuo migliore amico, e hai 20 anni, reagisci con le armi: proprio quella è stata la strategia dei regimi e dei poteri dell’epoca. Loro non avevano nessun altra chance di distruggere i movimenti culturali ricchissimi di quei tempi se non con la provocazione delle armi”.
L’ex terrorista, condannato in contumacia e con sentenza definitiva per quattro omicidi, svela una preoccupazione: ”Lei pensa che mi hanno lasciato così, senza sapere cosa sto facendo? Il pericolo maggiore sarà quando il mio caso si raffredderà” Dopo la sentenza di tre mesi fa, grazie alla quale è uscito dal carcere, Battisti cammina per strada e riconosce i volti delle persone che hanno partecipato alle proteste contro la sua libertà e permanenza in Brasile, ricorda il quotidiano, citando il rischio che Battisti possa essere nel mirino di gruppi paramilitari di destra. In un video pubblicato dallo stesso giornale, Battisti ribadisce inoltre di “non essere mai stato un terrorista”. “Ora la mia principale attività è quella di uscire dalla situazione del ‘Battisti terroristà, ex militante, ecc.- Non sono mai stato un terrorista, nessuno mi ha condannato o accusato per questo. Vorrei solo sistemarmi, avere una casa, un posto dove mettere i libri, il computer, la mia vita, sedermi, iniziare a riflettere e lavorare”.
Battisti aggiunge che per ora vive “grazie ai compagni e amici, alle collette dei gruppi di appoggio di diversi paesi. Non so quanto ciò potrà durare”, conclude, ricordando che il suo obiettivo è quello di “integrarmi alla società e iniziare a lavorare”.