Non sono bastate le molte modifiche alla manovra e, l’approvazione definitiva in Commissione bilancio degli emendamenti alla legge che domani comincerà il suo iter in Aula. Oggi i mercati hanno mostrato di non credere alle misure che secondo il governo dovrebbero portare al pareggio di bilancio nel 2013. Gli avvisi della Banca centrale europea e di Bankitalia erano già arrivati venerdì quando gli organismi internazionali avevano espresso “grandissima preoccupazione” per le ricadute della manovra. E così è stato: dopo l’ennesimo venerdì nero nel quale Piazza Affari ha chiuso a -3,89%, conquistandosi la maglia nera in Europa nonostante il pesante calo degli altri listini, anche oggi la borsa di Milano, era andata subito in pesante passivo perdendo il 2,27%. A poche ore dalla chiusura, l’indice Ftse Mib sta perdendo il il 5,1%.
A metà seduta infatti le Borse europee si mantengono in territorio ampiamente negativo: l’indice Stxe 600, che registra l’andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, cede oltre tre punti percentuali, con Francoforte che al momento si delinea come la piazza finanziaria più debole, in calo di oltre cinque punti. Senza dati macroeconomici di giornata dagli Stati Uniti si attende soprattutto l’avvio di Wall Street mentre Piazza Affari si mantiene in linea con gli altri mercati: l’indice Ftse Mib segna una perdita del 5,10%, l’Ftse All Share un ribasso del 3,93%. Sempre molte vendite sul settore bancario, con Intesa San Paolo che perde il 6,06% e Unicredit il 5,95%. Tutto questo considerando che la situazione finanziaria è finora tenuta a bada grazie al contributo di Eurotower, che sta acquistando i titoli di Stato italiani in grosse quantità sul mercato secondario. Una soluzione-tampone che non può durare ancora a lungo, e rispetto alla quale i mercati esprimono allarme rosso.
Intanto, la forbice tra titoli di Stato italiani e bund tedeschi si allarga, superando quota 370, mentre gli spread dei titoli di stato spagnoli sono sopra i 338 punti.
Il presidente di Eurotower Jean-Claude Trichet non ha tardato a far sentire la sua voce: “Se un Paese europeo non riesce a imporre misure adeguate di risanamento dei bilanci è necessario un intervento centralizzato da parte dell’Unione europea”. Poi, il capo della Bce ha invocato la necessità di una nuova governance economica europea, con “un organismo centrale europeo che intervenga nel caso in cui i singoli paesi non prendano misure adeguate di bilancio.”
Del resto, sempre venerdì, il gotha del mondo economico italiano, riunito a Cernobbio per il Workshop Ambrosetti, aveva denunciato la “confusione, la debolezza e scarsa credibilità” del governo Berlusconi (leggi l’articolo) impegnato nelle ultime modifiche alla manovra finanziaria. Una manovra sulla quale erano piovute critiche da ogni parte nel corso di tutta la settimana: da Confindustria e Associazione dei Comuni – che aveva parlato di “testo debole e inadeguato” – fino agli organismi internazionali come il Fondo monetario internazionale – che aveva auspicato “necessarie misure addizionali” – e l’Unione europea – i cui vertici si erano dichiarati “preoccupati” per l'”eccessivo affidamento sulle misure per la lotta contro l’evasione fiscale”.
Anche le piazze asiatiche, che risentono dei dati del mercato del lavoro Usa, hanno chiuso in negativo. A Shanghai il Composite Index ha registrato una flessione dell’1,96%, mentre a Shenzhen il Component Index ha perso il 2,43% a 10.954,9 punti. Chiusura in forte ribasso anche per la piazza finanziaria di Hong Kong, dove l’indice Hang Seng ha ceduto il 2,95% a 19.616,40 punti, dopo aver oscillato tra 19.567 e 19.830 punti. I rischi di frenata dell’economia, alimentati dai deludenti dati sull’occupazione, hanno pesato poi sulla Borsa di Tokyo che ha terminato le contrattazioni in calo dell’1,86%.
I senza lavoro negli Usa, in base ai dati diffusi venerdì, sono rimasti inchiodati ad agosto al 9,1%, facendo riemergere le ipotesi di recessione per la prima economia al mondo con tutte le inevitabili ripercussioni su quella globale. L’euro scivola ai minimi delle ultime tre settimane contro il dollaro (a quota 1,4165) e a 108,60 contro lo yen, mentre il biglietto verde passa di mano a 76,67 yen, in calo sui valori segnati nel finale della scorsa settimana.
Male anche la borsa di Mumbai che ha chiuso con una perdita dello 0,59% a causa di nuovi timori per una recessione negli Usa. Dopo una partenza negativa e uno scivolone nel primo pomeriggio, il principale indice Sensex è riuscito a recuperare leggermente per poi chiudere con un ribasso di 99 punti a quota 16.722. Tra i titoli peggiori ci sono quelli dell’alta tecnologia e informatica legati all’andamento economico americano.