“Inserire un limite alla spesa dello Stato vuol dire togliere soldi a pensioni, sanità, istruzione”. La denuncia di Cristóbal Cervantes, portavoce di Democracia real ya, una delle anime degli indignados, arriva nei giorni in cui in Spagna crescono le proteste contro la riforma dell’articolo 135 della Costituzione, che prevede l’introduzione del tetto del deficit allo 0,4% del Pil. Una delle misure chieste a livello europeo per contrastare la crisi e la speculazione sui mercati finanziari che ha colpito anche la Spagna. Dove, come nel nostro Paese, i provvedimenti del governo rischiano di “allontanare sempre di più la classe politica dai cittadini”, spiega Cervantes. In Spagna la pressione sul Parlamento entra nel clou questa settimana. Approvata in tutta fretta al Congresso con un accordo inedito tra Psoe (socialisti), Pp (popolari) e Upn (Union del Pueblo Navarro), la modifica deve passare mercoledì 7 settembre al vaglio del Senato.
Dottor Cervantes, perché per molti la riforma della Costituzione rappresenta uno scandalo?
E’ per il modo in cui si sta realizzando. La Costituzione spagnola esiste da 33 anni e fino ad ora non aveva subito importanti cambiamenti. I maggiori partiti politici hanno sempre evitato modifiche, considerato che la Costituzione è stata realizzata in un momento delicato della storia della Spagna, cioè durante la transizione dalla dittatura franchista alla democrazia. Improvvisamente, in pochi giorni il governo si è messo d’accordo con il leader dell’opposizione e ha deciso di imporre ai suoi parlamentari di votare la riforma senza permettere ai cittadini di esprimersi. Sono gli stessi membri dell’esecutivo ad ammettere che la riforma è imposta dai mercati. Pochi giorni prima che il premier Zapatero annunciasse la riforma, il cancelliere tedesco Angela Merkel aveva pubblicamente chiesto ai paesi dell’euro di introdurre alcune modifiche alle loro costituzioni. Una delle rivendicazioni del movimento 15-M è: “Non siamo merce nelle mani di politici e banche”. Con questa riforma lo slogan è più che mai attuale.
Quali punti trovate ingiusti dell’articolo 135 ?
Il punto principale è la decisione di imporre un tetto alla spesa. Infatti limitare il deficit in tempo di crisi riduce la capacità di finanziamento dello Stato alle voci che riguardano le spese sociali come le pensioni, la sanità e l’istruzione. Forzare l’equilibro della bilancia fiscale spagnola per garantire il pagamento del debito all’Europa implica una perdida totale della sovranità economica. Gli interessi e il capitale del debito pubblico delle amministrazioni godranno di priorità assoluta, a discapito di qualsiasi spesa destinata ai servizi sociali. E’ questo il punto di vitale importanza: con la modifica si sancisce che nel caso di un attacco speculativo o di una chiusura dei mercati, saltino i pagamenti di pensioni e di stipendi dei lavoratori. La conclusione è che fondamentalmente l’articolo 135 porta alla cancellazione della Costituzione. Se lo Stato non può decidere cosa pagare, non può negoziare e nemmeno investire sui servizi pubblici, tutti gli altri articoli della Costituzione si svuotano di significato.
La decisione del governo Zapatero di votare la riforma malgrado le critiche aumenta la frattura tra politica e società. Ci sono ancora margini per lo svolgimento di un referendum?
L’atteggiamento dei maggiori partiti allontana sempre più la cosidetta “classe politica” dai cittadini. Tutti i sondaggi confermano che i politici sono diventati uno dei problemi di maggiore preoccupazione per gli spagnoli. Dopo 35 anni di democrazia Pp e Psoe hanno portato il paese alla rovina economica. Dal punto di vista giuridico questa modifica costituzionale deve essere approvata con un referendum, perché, come stanno sottolineando in molti, incide sui diritti fondamentali e in tal caso la Costituzione richiede un referendum. Legalmente c’è la possibilità di convocarlo anche dopo l’approvazione alle Camere, se il 10% di deputati o senatori ne fanno richiesta nei giorni immediatamente successivi al voto. Stiamo facendo pressione sui rappresentati politici perché prendano coscienza delle nostre richieste a si uniscano alla petizione per dare voce ai cittadini.